Peppino Impastato – Un giullare contro la mafia
La nostra amica Giusy viene spesso a trovarci a Parigi e ogni suo passaggio nel nostro appartamentino parigino è subliato dagli sfiziosi dolci siciliani di cui ci fa omaggio.
Conoscendo la mia debolezza per i dolci con la ricotta, Giusy sa prendermi sistematicamente per la gola.
Dopo averci deliziato con poetiche “guantere” di cannoli, la nostra amica palermitana ci ha onorato con un indimenticabile vassoio di sfince di San Giuseppe (per chi non li conoscesse, sono i dolci tipici del palermitano in occasione del Santo del 19 marzo).
Oltre al regalo goloso, Giusy mi ha anche offerto un libro: “Quando l’ho visto ho pensato a te” mi ha detto porgendomi il volumetto.
Si tratta di un libricino intitolato “Peppino Impastato: un giullare contro la mafia” che racconta la storia di Peppino a fumetti.
Ho divorato il libro nell’arco di un pomeriggio e mi ha positivamente sorpreso per la qualità dei disegni e per l’originalità nel raccontare la storia di questo eroe-martire siciliano.
Il libro, pubblicato dalla casa editrice Becco Giallo, è scritto a quattro mani dagli autori siciliani Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso che riescono a riassumere con vivide immagini la breve esistenza di Peppino Impastato.
Seguendo la scia del film “I cento passi” di Marco Tullio Giordana che ha egregiamente proposto sul grande schermo la storia di Peppino sensibilizzando l’opinione pubblica nazionale, “Peppino Impastato: un giullare contro la mafia” riesce a trasmettere attraverso l’arte del fumetto il significato più profondo dell’impegno e del sacrificio di Peppino.
128 pagine arricchite da intensi disegni capaci di suscitare forti emozioni nel lettore: le scene che rappresentano l’assassinio sono particolarmente forti.
La violenza delle immagini è un effetto voluto, come spiega Marco Rizzo, per far riflettere il lettore sulla violenza e sulla brutalità del potere mafioso che ha spezzato gli ideali e la vitalità di un uomo libero.
L’opera è impreziosita da due interviste, una al fratello Giovanni Impastato e una all’amico Salvo Vitale, che sottolineano l’importanza di tenere vivo il ricordo della storia di Peppino che ancora oggi risulta essere un personaggio scomodo.
Alla mafia, Peppino si è ribellato con le armi che i boss odiano di più: l’ironia e lo sfottò. (dalla prefazione di Lirio Abbate, autore de I complici con Peter Gomez)
Peppino è un personaggio ancora scomodo: si prova disperatamente a istituzionalizzarlo, ma ci si accorge che la sua figura e la sua carica eversiva rischiano di spalancare orizzonti pericolosi per l’ipocrisia del perbenismo borghese e il conformismo generalizzato. (Salvo Vitale, braccio destro di Peppino)