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Peppino Molinari già parlamentare e capogruppo consiliare di Potenza interviene sui 30 anni dell’ateneo lucano

Creato il 27 ottobre 2013 da Ecodibasilicata

“In occasione dei trenta anni da poco festeggiati dall’ateneo lucano occorre
fare una seria riflessione su tutti gli obiettivi preposti dalla sua
fondazione. Oggi le istituzioni lucane tutte non possono non considerare alcuni
indicatori come il numero delle iscrizioni ma anche il radicamento
dell’università sul territorio e non ultima la capacità da parte del Comune di
Potenza di offrire una rete di servizi per gli studenti in particolare quelli
fuori sede. A trent’anni dalla sua fondazione non possiamo essere totalmente
soddisfatti dei risultati raggiunti non solo per il calo preoccupante delle
iscrizioni ma anche per l’istituzione di facoltà non produttive al posto invece
di altre più attrattive come la facoltà, ad esempio, di medicina. In effetti,
altro aspetto da non sottovalutare, abbiamo una duplicazioone dell’università
che di conseguenza porta alla dispersione delle risorse. Gli ultimi dati
diffusi sulle immatricolazioni all’ateneo lucano, il minor numero di iscrizioni
rispetto allo scorso anno, non dipendono solo dall’offerta non proprio ampia
dello stesso ateneo ma anche dalla debole politica dell’amministrazione
comunale in favore dell’università. Al calo delle iscrizioni si aggiunge il
calo demografico registrato anche dallo Svimez e che vede il Pil della
Basilicata sceso del 4,2%. Continua lo spopolamento della regione e ciò
necessita di una nuova programmazione per salvare dall’oblio i lucani. In
questo contesto l’ateneo può e deve avere un ruolo di maggiore protagonismo”.

Lo afferma il consigliere comunale di Potenza Giuseppe Molinari all’indomani
della ricorrenza dei trenta anni dell’Università degli Studi della Basilicata.

“Per risollevare le sorti dei lucani -continua- serve una spinta anche da
parte dei comuni e non si tratta solo di fare investimenti. La città di Potenza
potrebbe valorizzare meglio il ruolo della sua università, rendere più
appetibile per gli studenti la scelta di fermarsi nella propria regione per
proseguire gli studi. L’università dovrebbe essere un attrattore anche per gli
studenti di altre regioni ed, invece, l’ateneo si sta svuotando nonostante
rappresenti una speranza di crescita per il territorio. L’amministrazione
comunale ancora oggi, invece, sembra poco aperta al mondo universitario e così
gli studenti fuori sede tendono a fare ritorno a casa quanto prima perchè non
trovano Potenza abbastanza organizzata per le loro esigenze. L’ateneo a volte
sembra quasi un corpo estraneo alla città che lo dovrebbe meglio ospitare”.

Secondo Molinari “ognuno, per combattere lo spopolamento, deve dare il suo
contributo. I giovani lucani non devono essere costretti a lasciare la propria
terra mentre è necessario che l’amministrazione comunale si impegni a
pubblicizzare ed organizzare meglio i servizi per l’ateneo lucano”.

“Quando fu istituita l’Università degli Studi della Basilicata l’intento era
quello di farla crescere per dare ai lucani un punto di riferimento per lo
sviluppo della ricerca e dell’economia ma a distanza di anni probabilmente
serve una riflessione più profonda che possa ispirare l’amministrazione
comunale del capoluogo di regione e portare ad una nuova fase di programmazione
mirata a valorizzare il ruolo dell’ateneo dando maggiore spazio e migliori
servizi agli studenti che lo scelgono. Non è sufficiente infatti realizzare la
casa dello studente perchè servono molti altri servizi. Questi sono temi già
affrontati durante il consiglio comunale ad hoc svoltosi proprio nell’aula
Magna dell’Università a rione Francioso. Più finanziamenti non sempre portano
ad innalzare la qualità. Questa non è sempre un’equazione valida. Bisogna,
invece, impegnarsi a comprendere i problemi, ascoltare i diversi suggerimenti
per farne sintesi e superare i limiti che impedisco la crescita del nostro
ateneo le cui sorti -conclude Molinari- sono strettamente legate a quelle del
territorio lucano e dei suoi abitanti”.

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