Per amor vostro
di Giuseppe M Gaudino
con Valeria Golino, Adriano Gianninim Vincenzo Gallo
genere, drammatico, commedia
Italia, 2015
durata, 110'
A volte i numeri contano fino a un certo punto. Se così non fosse,
archivieremmo la vittoria conquistata alla settantaduesima edizione del
festival di Venezia, dove Valeria Golino è stata insignita con il premio
per la migliore interpretazione femminile, come l'ultima di una
carriera che proprio in laguna aveva trovato ragion d'essere, grazie al
Leone d'oro conquistato nel 1986 per la prova fornita in "Storia
d'amore" di Citto Maselli. E invece, al di là dei calcoli e dei ricorsi
storici, il ruolo di Anna Ruotolo, interpretato in "Per amor vostro" di
Giuseppe Gaudino, appare, per l'importanza dei significati e le
implicazioni delle sfumature, di quelli in grado di fare la differenza
anche in presenza di un attrice di tale fama e versatilità. Perché
Gaudino, nel raccontare la storia del personaggio, non si accontenta di
mettere in scena il percorso umano ed esistenziale attraverso cui si
snoda l'emancipazione della donna, rispetto all'infelicità della propria
condizione di moglie e di madre, ma ha il coraggio, alla pari di Anna,
che si ribella alla subordinazione a cui la relegano le consuetudini del
proprio status, di condensare all'interno di quella vicenda, e
quindi, della sua protagonista, un universo di umori e di sensazioni
che - possiamo intuire, vista la ricchezza e la provenienza dei
riferimenti - appartengono in maniera antropologica e ancestrale alla
tradizione più popolare della cultura partenopea, ma non solo. A
confermare tale ipotesi, basterebbe, da sola, la cornice musicale che dà
l'avvio al film, capace di trasformare in carne e in ossa - quelle
della protagonista - le parole della canzone(melodica) destinata, nel
corso del film, a far da contrappunto al transfert emotivo, che
permette ad Anna, di entrare in sintonia - nella bizzarria delle sue
manifestazioni - con l'evidenza dell'artificio scenico, drappeggiato da
un tourbillon visivo, contaminato da un'eterogeneità di effetti
ottici e digitali, richiamati ogni volta, per sottolineare
l'alternanza dei livelli di coscienza in cui si dipano le varie fasi del
racconto. E, sempre su questo versante, trovano collocazione, le
continue escursioni nei retaggi di una liturgia, reperibile nel bagaglio
di credenze, di riti e di superstizioni che appartengono tanto ai
personaggi della storia, quanto al patrimonio sociale e culturale della
città, e che, nel caso della protagonista, costituiscono invero, la
ragione principale delle sue disgrazie. Come dimostrano, dapprima il
siparietto in cui Anna, per accontentare l'anziana madre, si presta a
baciare la reliquia della santa responsabile di averle fatto trovare il
lavoro; e, successivamente, nei flashback riferiti
all'iniziazione religiosa ricevuta dalla bambina, in cui l'assoluta
devozione all'obbedienza impartitale da quel catechismo, corrisponde in
età adultà, al mix di ingenuità e di benevolenza caratteriale con cui Anna accoglie le vicissitudini di chi gli sta davanti.
Ma
come dicevamo, "Per amor vostro" non si esaurisce nella semplice
rappresentazione di un universo circoscritto, perchè la rivincita di
Anna nei confronti del marito violento e manesco, è, da una parte, il
risultato dell'affrancamento operato nei confronti del proprio vissuto,
dall'altra la conseguenza della messa in discussione di un immaginario
universalmente condiviso, e individuato dalla sceneggiatura, nel
personaggio di Michele Migliaccio (un Adriano Giannini, davvero bravo),
il divo televisivo a cui Anna suggerisce le battute e del quale finisce
per innamorarsi. E non a caso, sarà proprio la vacuità del mondo a cui
l'attore appartiene, sintetizzato dal ritratto in controluce di Adriano
che, del romanticismo dei suoi personaggi non riesce a trattenere
neanche un pezzetto, a fare da volano per una presa di coscienza, che,
oltre a determinare le sorti esistenziali di tutti i personaggi, sembra
quasi metterci in guardia sul potere di convincimento e di
manipolazione di certe forme di intrattenimento.
Onore quindi alla Golino, e alla capacità di caricarsi con disinvolta leggerezza, il peso e la responsabilità di un tour de force
ad alto rischio, che comunque l'attrice riesce a rendere senza cedere
alle gigionerie e ai virtuosismi utilizzate dai colleghi americani per
rendere la totalità di un ruolo come quello di Anna. E, ovviamente, a
Giuseppe Gaudino, per la bravura con cui gli fa corrispondere l'estetica
di un'architettura visuale ("vedo tutto scuro" dice Anna, quasi a
legittimare la scelta di girare quasi per intero in bianco e nero) che
riassume le diverse esperienze - teatrali e documentaristiche in primis
- di un'artista meritorio di una maggior attenzione e, con molta
probabilità, di una migliore conoscenza da parte del recensore
incaricato di parlarne. Ed è forse questa la ragione per cui,
l'ammirazione nei confronti del melò realizzato dal regista,
riesce solo in parte a trasformarsi in un soffio di pura emozione. Una
penalizzazione, nei confronti dell'opera in questione, di cui ci
assumiamo la piena responsabilità e, che comunque, non impedisce a "Per
amor vostro" di guadagnarsi il plauso.
(pubblicata su ondacinema.it)