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Per amor vostro

Creato il 03 ottobre 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma
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  • Anno: 2015
  • Durata: 110'
  • Distribuzione: Officine Ubu
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Giuseppe M. Gaudino
  • Data di uscita: 17-September-2015

L’ultimo dei quattro italiani in concorso alla 72esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Per amor vostro di Giuseppe M. Gaudino è un ritratto suggestivo e spietato di Napoli, luogo di tradizione cristiana e pagana, musica, superstizione, morte e vita, affidato alla voce e al corpo di Valeria Golino.

La Golino è Anna, madre amata e moglie odiata, impiegata come suggeritrice in uno studio televisivo. Da sempre Anna è abituata a considerare se stessa e la vita come “una cosa da niente”: anni prima, quando era ancora un’irriverente e coraggiosa bambina, dovette sacrificare la sua libertà per il bene del fratello, oggi vitalità e forza di un tempo sono tanto affievolite da desaturare i colori del mondo. La vividezza dei voli infantili senza paura si è asciugata nella plumbea visione di un presente senza vie di fughe.  Solo quando fragilità e tormento si impossessano della sua volontà annullata il grigio si apre in un tempestoso spettro cromatico.

Gaudino è uno sperimentatore coraggioso e indipendente, priva la pellicola del colore nel presente, poi lo integra nel ricordo e infine lo carica di effetti speciali nei momenti di massima e intima tensione. Moglie di un usuraio violento, Anna ha chiuso gli occhi alla realtà e si trascina vittima e carnefice in un mondo senza morale, come la bella e ferita città in cui vive accetta i colpi inferti senza reagire e opporsi. Anna è una creatura non-viva anestetizzata dalla brutalità della sua famiglia – i genitori in primis e il marito poi – alla cui insistenza non reagendo si conforma fino a diluirsi in un sistema di violenze più o meno dichiarate. Non vuole vedere il crimine del marito, di cui accetta il denaro per il bene di figli e genitori, non riconosce il suo talento nel lavoro e pensa di non meritare nessun riconoscimento. Quando infine accetta la corte dell’attore a cui suggerisce i testi (Adriano Giannini), l’abbaglio di una felicità afferrabile verrà disintegrata da un’altra agghiacciante verità. La pressione esercitata senza pietà su di lei da conoscenti e non sta per raggiungere il punto di esplosione – Gaudino non risparmia a tal riguardo esperimenti di pura audacia visiva – e ad Anna non resta che ritrovare se stessa e la forza di scegliere.

L’occhio di Gaudino resta addosso ai corpi, in particolare a quello contratto di Anna, per sventrare la più recondita delle emozioni, il punto di rottura, l’ultima delle sottomissioni e il miracolo di rinascita e salvezza. La fugace illusione della soap opera che l’attore dall’accento straniero è chiamato a recitare è la metafora del popolo partenopeo, o italiano, assopito nel torpore dell’effimero per ignorare un reale troppo crudele da affrontare. Fino alla fine, la macchina nervosa di Gaudino non dà tregua alla sua Anna/Napoli, confermando in quest’opera seconda l’originale vigore espressivo dell’esordio Giro di Lune tra terra e mare.

Francesca Vantaggiato

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