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per bene

Creato il 27 gennaio 2012 da Martahasflowers
per bene
È successo ieri.
Una donna stava pedalando vicino a casa mia e due tizi in motorino hanno cercato di scipparle la borsa che lei aveva messo nel cestino. Solo che la borsa non sono riusciti a prendersela (era legata, forse?) e l'unica cosa che hanno ottenuto è stata quella di fare cadere la signora, mandandola in coma.
Anche io, come lei, mi muovo sempre in bicicletta a Milano. Anche quando piove.
Anche io, come lei, metto la bici sul seggiolino di Ettore quando lui non c'è, e forse come lei me la tengo legata al polso, perché lo so che capita che provino a rubarla (senza pensare che, così facendo, magari non mi rubano la borsa, ma rischio di cadere a terra e pure di morirci).
Anche io come lei ho tre figli.
Anche io, come sicuramente succedeva a lei, mi prendo insulti un giorno sì e l'altro pure da automobilisti che vanno di corsa e mal sopportano la presenza di un ingombro un po' più lento sul loro percorso: ma se non ci sono le piste ciclabili, noi dove dobbiamo pedalare?
E non sto parlando di ciclisti che vanno in contromano (per tratti brevissimi, succede anche a me, lo ammetto, e me ne assumo le colpe e gli insulti).
Sto descrivendo scene di quotidiana isteria di fronte a un breve rallentamento da parte di guidatori di macchinone (o di smart) che poi sono costretti a fermarsi 20 metri dopo causa coda di altre macchine.
Anche io, come lei, respiro ogni giorno il fumo tossico che esce dal tubo di scappamento di macchine più o meno vecchie, più o meno inquinanti. E arrivo al lavoro ogni giorno senza fiato, con una puzza dentro il naso che non se ne va per ore, e i capelli lerci di polvere sottili e non.
Anche io come lei rischio la vita (ne sono morti tanti di ciclisti qui a Milano): per gli scippi, per gli automobilisti fuori di testa, per le rotaie del tram. Ma non mi rassegno e non demordo.
Perché la bicicletta è il mezzo di trasporto più bello che ci sia, l'unico davvero innocuo e salutare, il più veloce, il più vicino all'essere umano, l'unico silenzioso, che quando pedali vedi le facce della gente che cammina sui marciapiedi: una donna che sorride tra sé e sé, due che si baciano, un bimbo che ride,  un uomo che litiga al cellulare, una ragazza che piange,  un'anziana che si appoggia alla badante, un impiegato che guarda il sedere alla bella ragazza che passa...
Sei a Milano, ma è come stare dentro a un teatro, raccogli storie, con la musica nelle orecchie, e insieme alle gambe fai andare i pensieri.
Ora il mio pensiero va a quella donna, che potevo essere io, a suo marito, alle sue figlie.
Non mollate, non molliamo.

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