Vorrei parlare di un articolo uscito sulla Provincia di Cremona, in cui si titola ‘Sì alle centrali nucleari se fatte da tecnici affidabili’. Prima di tutto mi è sorta una domanda: ma perché, qualcuno crede davvero che farebbero costruire e/o gestire le centrali da tecnici non affidabili? Voglio dire: capisco l’allarmismo, la preoccupazione, la contrarietà e quant’altro. Ma non capisco il terrore che alcuni mostrano qui e là. Significa che qualcun altro se li è lavorati per bene ai fianchi, facendone degli sfiduciati cronici il cui sentimento prevalente è la sfiducia, nel Paese e nel prossimo. Non mi sembra un gran vivere.. vorrei poter dir loro “siate sereni, abbiate fiducia nel prossimo e nella bontà del progresso”. Tanto per cominciare..
Poi aggiungerei che i tecnici italiani sono una garanzia fino a prova contraria: fino al 1987 avevamo forse i migliori tecnici del mondo (non dimentichiamo che il nucleare nasce proprio in Italia, con Enrico Fermi). Ma d’altronde noi italiani abbiamo sempre primeggiato in qualunque campo ci siamo cimentati. E non è partigianeria: è storia.
Inoltre, si tenga presente che i tecnici italiani quando hanno chiuso le centrali nucleari italiane non sono rimasti a spasso, ma hanno continuato a lavorare sempre sul nucleare, ma all’estero; e le nostre università hanno continuato a sfornare grandi menti, giovani ingegneri e scienziati nucleari. In numeri inferiori rispetto agli anni 80, ovviamente, ma la catena didattica-formativa-pratica attiva non si è mai spezzata. Per cui direi che possiamo avere la massima fiducia: c’è gente preparata che aspetta solo di potersi mettere al lavoro. Parliamo di un know how che ha 40 anni di tradizione, e anche questa è storia.
Chiudo dicendo che sulla stessa linea, cioè ‘lasciar spazio a chi ci sa fare’, si è espresso anche il professor Zichichi, uomo di scienza rispettato e decorato in tutto il mondo. E se non è credibile lui..