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Per chi non c’era.

Creato il 11 settembre 2014 da Scurapina

Qualche sera fa, vedendo alla televisione un divertente film della fine degli anni ottanta ambientato a New York, mi si è stretto il cuore quando l’inquadratura ha abbracciato il profilo di Manhattan dove svettavano le torri del World Trade Center.

Mi sono sentita un po’ come chi vive a cavallo di due epoche e non se ne rende conto se non molto tempo dopo, ho pensato a quanti adolescenti di oggi non hanno negli occhi quell’immagine che, per noi che allora eravamo adulti, era consueta e quasi rassicurante.

Chi, come me, c’era e, grazie alle  trasmissioni televisive di quel giorno, ha visto come in un film dell’orrore le Torri colpite prendere fuoco ed abbattersi su se stesse forse non ha compreso subito che quel momento sarebbe stato fissato nella storia come una linea di frattura dopo la quale il mondo non sarebbe stato più lo stesso di prima.

Per i nostri ragazzi le Torri Gemelle non sono neppure un ricordo, sono solo un pezzo del libro di storia come tanti altri, forse solo più terribile o commovente, ma per noi che c’eravamo rappresentano la fine di un’epoca che, forse solo a torto, ci sembrava felice e sicura (come del resto succede sempre quando ci soffermiamo a ripensare al passato e a mitizzarlo).

Da quel giorno la vita quotidiana ha incrociato spesso la paura, il senso di insicurezza, il sospetto e il fiorire di mille teorie del complotto.

Chi non c’era non può capire come vivemmo, da lontano, quelle ore e i giorni che seguirono.

Chi non c’era non può neppure ricordare quanti nell’attentato persero la vita e addolorarsi per loro e pregare.


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