Passerà alla storia come una delle peggiori campagne olivicola ed olearia quella del 2014. E non solo per Menfi e per tutta la Sicilia.
Crolli, denuncia la Cia (Confederazione italiana degli agricoltori), si annunciano in Spagna, primo produttore mondiale di olive e di olio. Ma non andrà meglio in Italia, che è il secondo produttore ma al contempo il maggiore importatore di olio al mondo, con un consumo medio annuo di 460mila tonnellate.
Quest’anno, per colpa del clima, nel Belpaese il calo medio sarà del 30% e la produzione di 300mila tonnellate. Soltanto Grecia, Portogallo, Turchia e Marocco manterranno la media produttiva. Al calo produttivo mondiale del 17% si accompagna un parallelo aumento del prezzo, che per il momento registra un +38% rispetto al 2013.
Per la Cia regionale il calo di produzione di olio extra vergine supererà il 50% e vaste aree olivicole registreranno addirittura un abbassamento del 70% rispetto alla media. Proiezioni preoccupanti che avranno drammatiche conseguenze per i bilanci delle aziende agricole siciliane già in difficoltà. Nell’Isola, secondo i dati Istat aggiornati al 2012, la superficie olivicola ammonta a 164.767 ettari. La Sicilia è la terza regione italiana per estensione della coltura e per la produzione di olio extravergine d’oliva: 491.649 quintali nel 2012.
“Un andamento del clima anomalo, umidità eccessiva e temperature estive al di sotto della media sono probabilmente la causa di alterazioni fisiologiche e sviluppo di malattie, che hanno causato una eccessiva caduta delle olive prima della raccolta”, denuncia la Cia che invita gli olivicoltori a segnalare i reali danni subiti per attivare le misure compensative.
L’organizzazione agricola parla di “una debacle per gli olivicoltori e per l’intera filiera olivicola in un momento in cui l’olio siciliano registra una presenza sempre piu’ solida sui mercati nazionali ed esteri”.