"Tutto cominciò con quel cane sgozzato." Si apre in una torrida estate un lungo anno di omicidi per la polizia di Quarto Oggiaro, quartiere simbolo della periferia milanese. Protagonista, suo malgrado, delle indagini, è l'ispettore Ferraro, uomo senza qualità particolari, se non, forse, il suo innocuo umorismo, che lo salva spesso da un'esistenza alquanto deprimente. Perché di certo la sua vita personale non è un granché: divorziato, vive solo, in una casa caotica, mangiando a cena pattume surgelato. Per non parlare poi del disordine affettivo... Attorno a lui, come in un coro tragicomico, ruotano poliziotti surreali, imprenditori rampanti, spacciatori, contrabbandieri, snob vogliose, domestici imperturbabili, carabinieri gentiluomini, fruttivendoli, filosofi, informatori, pensionati, picchiatori, pendolari, sciure, manifestanti: il popolo di una città. "Per cosa si uccide", attraverso le indagini dell'ispettore Ferraro, racconta questa varia umanità, scandaglia il ventre molle di Milano, la vera protagonista del libro, diventando così il romanzo, aspro e ironico, di una città. Seguendo le indagini di Ferraro si attraversa l'intero spaccato urbano, dai cortili babelici delle periferie alle dimore borghesi del centro storico. Una Milano troppo spesso odiata, a cui Gianni Biondillo regala, con questo romanzo, un amaro, accorato atto d'amore.
Assolutamente consigliato !!