Trama :
«Tutto cominciò con quel cane sgozzato.» Si apre in una torrida estate un lungo anno di omicidi per la polizia di Quarto Oggiaro, quartiere simbolo della periferia milanese. Protagonista, suo malgrado, delle indagini, è l’ispettore Ferraro, uomo senza qualità particolari, se non, forse, il suo innocuo umorismo, che lo salva spesso da un’esistenza alquanto deprimente. Perché di certo la sua vita personale non è un granché: divorziato, vive solo, in una casa caotica, mangiando a cena pattume surgelato. Per non parlare poi del disordine affettivo… Attorno a lui, come in un coro tragicomico, ruotano poliziotti surreali, imprenditori rampanti, spacciatori, contrabbandieri, snob vogliose, domestici imperturbabili, carabinieri gentiluomini, fruttivendoli, filosofi, informatori, pensionati, picchiatori, pendolari, sciure, manifestanti: il popolo di una città.
Per cosa si uccide, attraverso le indagini dell’ispettore Ferraro, racconta questa varia umanità, scandaglia il ventre molle di Milano, la vera protagonista del libro, diventando così il romanzo, aspro e ironico, di una città. Seguendo le indagini di Ferraro si attraversa l’intero spaccato urbano, dai cortili babelici delle periferie alle dimore borghesi del centro storico. Una Milano troppo spesso odiata, a cui Gianni Biondillo regala un amaro, accorato atto d’amore.
Recensione : Prendete 4 racconti, create dei collegamenti anche minimi tra di loro e suddividete il tutto in stagioni. Il risultato? Se tate leggendo il libro di Biondillo, ce lo avete in mano! Il romazo d’esordio dell’ispettore Ferraro, ci regala uno spaccato di una città, Milano, per fare da sfondo alle vicissitudine di gente comune, persone che si possono incontrare tutti i giorni. Per cosa si uccide? Per una serie di morivi con cui ci confrontiamo quotidianamente, perchè anche se estrema è una soluzione, perchè forse la morte fa parte della vita di tutti i giorni. I personaggi tratteggiati da Ferraro sono realistici non tanto per come vengono descritti, quanto più per i loro comportamenti e per le loro azioni quotidiane. Le trame possono essere più o meno accattivanti, ma Biondillo ha uno stile tutto suo e questo è un vantaggio se di mestiere scrivi libri, perchè se qualcuno ti riconosce in uno scritto senza firma, vuol dire che hai lasciato il segno. Gianni Biondillo è così. Penso che la sua scrittura si possa più o meno criticare, che a volte l’ironia possa eccedere a discapito dell’azione. Aspetto di leggere un romanzo vero per vedere come questi ingredienti verranno miscelati, ma già il fatto che so cosa troverò (o più correttamente mi aspetto di trovare) nel prossimo romanzo fa sì che abbia vinto lui.
Allora che dire? Alla Prossima Ferrari, ops Ferrero… no no perdonami ero distratto… Ferraro (che razza di nome però!).
Votazione : 4/5
Dettagli :
- Brossura: 285 pagine
- Editore: TEA (13 aprile 2006)
- Collana: Teadue
- Lingua: Italiano
- ISBN-10: 885020986X
- ISBN-13: 978-8850209866