Una “decisione unilaterale” che rappresenta “un passo indietro in termini negoziali” e avrà “conseguenze molto gravi sul settore produttivo”.
Così il ministro dell’Agricoltura di Rabat, Aziz Akhannouch, ha commentato in questi termini la modifica approvata alcuni giorni fa dall’Unione europea sul sistema dei prezzi di frutta e verdura marocchina in entrata sul mercato del vecchio continente.
La stampa del regno del Nord Africa sta dedicando ampio spazio al contenzioso aperto tra Rabat e Bruxelles, dopo la proposta di regolamento varata la scorsa settimana dalla commissione agricoltura del Parlamento europeo.
Regolamento che è teso a riformare l’organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli.
Il primo ministro Abdelilah Benkirane ha espresso “profonda preoccupazione” all’ambasciatore Ue in Marocco, Rupert Joy, mentre ieri centinaia di agricoltori e organizzazioni di categoria hanno manifestato davanti alla sede dell’organismo continentale a Rabat, denunciando un “protezionismo cieco”.
Dopo la sua approvazione, sulla carta soltanto una formalità, la variazione dei prezzi di frutta e verdura marocchina in vigore dal prossimo ottobre rischia di ridurre del 50% le esportazioni del paese del Maghreb sul mercato europeo, privandolo di una fonte di reddito cruciale.
In Marocco l’agricoltura contribuisce al 15-20% del prodotto interno lordo (Pil) e nel 2013 le esportazioni verso l’Ue hanno raggiunto 1,2 miliardi di euro, con pomodori e fagioli ai primi posti, la cui quantità venduta nell’ultimo decennio è aumentata di più di 100%.
Pertanto è assolutamente impossibile consentire all’Ue questo genere di politica agricola sfacciatamente monopolistica. L’applicazione di essa aumenterebbe ulteriormente le precarie condizioni di lavoro e, quindi, di vita,già difficili, di migliaia di contadini marocchini.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)