Il primo Italian digital agenda forum è stato occasione di discussione sul tema dell’internet economy.
La “digitalizzazione intelligente” potrebbe far risparmiare all’Italia oltre 40 miliardi di euro.
Non è più un mistero che l’importanza dell’internet economy rappresenti un tassello fondamentale per le ambizioni di crescita economica che passano necessariamente per tutti i Paesi colpiti dalla crisi.....Anche in questo campo però l’Italia fa registrare un ritardo mostruoso rispetto agli altri Paesi dell’Unione Europea: l’incidenza dell’economia digitale sul nostro Pil nazionale è difatti stabile ad un infelice 4%, risultato che scaturisce dal fatto che solo un italiano su due fa uso degli strumenti del web – contro una media UE del 68%.
Ed una mancanza di questo genere sembra procurare allo stato italiano ancora troppe spese per la gestione della pubblica amministrazione. Secondo il presidente di Confindustria digitale Stefano Parisi infatti “con la digitalizzazione sono possibili, entro il 2015, risparmi per oltre 40 miliardi di euro”, meccanismi che andrebbero ad incrementare anche il potere d’acquisto delle famiglie: “ogni nucleo andrebbe a risparmiare anche 2.000 euro all’anno – aggiunge Parisi - se si riuscissero a sfruttare al massimo le potenzialità della rete”.
E questi soldi farebbero di certo molto comodo anche al Presidente del Consiglio per risolvere i numerosi problemi della nostra economia. Il governo lo sa bene: ed è per questo che l’agenda digitale nei prossimi mesi sarà inserita tra le priorità dell’esecutivo.
La discussione su questi temi portanti è stato il primo “Italian digital agenda forum”, organizzato a Roma da Confindustria digitale, al quale ha partecipato anche il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo:
“Oltre due miliardi di euro saranno dedicati allo sviluppo delle comunità intelligenti – ha assicurato il ministro -. Stiamo per investire anche nelle Regioni del centro-nord, dopo i fondi da poco stanziati per il Mezzogiorno. Si tratta di esempi tangibili che dimostrano come dimostrano come si possa ottenere una digitalizzazione intelligente”.
Ottenere questi risultati vuol dire però necessariamente stringere accordi di collaborazione con le imprese: “Facciamole insieme le norme del “Digitalia” – ha chiesto Profumo agli imprenditori presenti al forum – perché il governo su questo ci ha messo la faccia e si impegnerà al massimo, ma serve il contributo di tutti per raggiungere l’obiettivo”.
Un impegno concreto. Ma che secondo il Commissario UE dell’agenda digitale Neelie Kroes – che ha offerto il suo intervento al Forum – sembra non bastare: “Il tasso di penetrazione della banda larga è di 10 punti inferiore a quello di Francia e Germania. E’ un ritardo che costa all’Italia tra l’1 e l’1,5% del Pil”. source