“Per fare un albero ci vuole”…un’auto!

Creato il 21 marzo 2011 da Socialmediares

Il riscaldamento globale è un problema che riguarda tutti ma qualcuno più degli altri. Le case automobilistiche sono responsabili della maggior parte delle emissioni di CO2 nel Pianeta ma la loro responsabilità viene omessa dagli spot che le pubblicizzano. Esse non solo omettono di fornire ai consumatori i dati sull’effettivo gradiente di inquinamento ma si impegnano in Campagne di greenwashing che gli consentono di apparire più “verdi” di quanto non siano in realtà.

L’associazione tra natura e automobili appare molto suggestiva dal punto di vista estetico ma non è convincente sotto il profilo ecologico. Inserire una macchina sportiva in un contesto ambientale suggestivo suggerisce una simbiosi tra macchina e habitat naturale che può trarre in inganno il consumatore inducendolo all’acquisto di una vettura che promette di non inquinare ma non presenta i requisiti tecnici per farlo.

Oltre a sfruttare contesti paesaggistici suggestivi la pubblicità per le auto si impegna in Campagne di green washing che mandano messaggi ambientalisti per ripulire la propria immagine ma la coscienza resta sporca perché il danno che le auto fanno immettendo Co2 nell’aria non ha niente a che vedere con le trovate pubblicitarie ma riguarda le statistiche sulla percentuale di inquinamento da parte delle industrie automobilistiche.

L’ associazione ambientalista Terra! in un rapporto del 2009, “Venditori di fumo”, denuncia che il 91% delle pubblicità relative alle auto non rispetta la normativa vigente che impone alle case automobilistiche di fornire tutte le informazioni sull’auto, comprese quelle sulle emissioni CO2, in modo che siano accessibili e visibili nel messaggio promozionale.

L’Italia occupa il 41° posto (su un totale di 60) nella classifica dei Paesi che emettono più CO2 al mondo. questo è il dato allarmante che emerge dalla classifica di Germanwatch, Can Europe e Legambiente 2010, mentre nel 2009 eravamo al 44° posto. In Italia non si investe nella green economy mentre dovremmo aprirci a questa prospettiva per garantirci un futuro

(http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/energia_e_ambiente/10_dicembre_05/cancun-classifica-arachi_fcf7d7d4-0090-11e0-861f-00144f02aabc.shtml).

La Renault pubblicizza auto elettriche ad emissioni zero (ZE) e ha prodotto un suggestivo video che impiega il linguaggio della comunicazione sociale:

La stessa casa automobilistica promuove tra i giovani universitari ul concorso per la promozione di una macchina Z.E. Twizy:

In Francia, l’associazione ambientalista, Agir pour l’Environnement, ha deunciato la Renault per pubblicità ingannevole. Condanna che è stata confermata dal Giurì per la deontologia pubblicitaria.

La modalità di trasporto delle persone più diffusa è l’automobile in una percentuale del 72% nel contesto dell’EU-27. L’Agenzia Europea dell’Ambiente ha prodotto la decima relazione sull’impatto dei trasporti sull’ambiente, TERM (Towards a resource-efficient transport system) ovvero “Verso un sistema di trasporti efficiente nell’uso delle risorse”, dalla quale emerge che da una parte i progressi tecnologici assicurano mezzi meno inquinanti dall’altra l’uso intensivo di mezzi di trasporti inquinanti nello spostamento di merci e persone riduce gli effettivi positivi dell’innovazione tecnologica. Le emissioni di gas a effetto serra sono in aumento e tra i 32 Paesi che fanno parte dell’AEA solo Svezia e Germania hanno raggiunto gli obiettivi fissati per il 2010 nell’uso di biocarburanti

(http://www.eea.europa.eu/it/pressroom/newsreleases/i-trasporti-in-europa-stanno).

Nel 2007 in Norvegia l’ente di Stato per la difesa dei consumatori ha tracciato le linee guida per la promozione delle vetture che prevede la corrispondenza tra messaggio pubblicitario e uso di espressioni che rimandano al rispetto della natura con l’effettivo comportamento dell’azienda per quanto riguarda il rispetto delle norme contro l’inquinamento.

Questo provvedimento mira a limitare il ricorso al greenwashing da parte delle aziende automobilistiche che ne fanno il proprio cavallo di battaglia nella conquista di nuovi clienti

(http://www.omniauto.it/magazine/3815/in-norvegia-non-ci-sono-auto-ecologiche).

A fronte dei dati sull’inquinamento delle automobili Greenpeace sollecita l’Unione Europea ad imporre una riduzione delle emissioni di CO2 pari  80 grammi per il 2020 e 50 grammi per il 2030. Secondo una ricerca condotta dal BRASS (The Centre for Business Relathionships, Accountability, Sustainability & Society) è possibile raggiungere questi obiettivi incrementando la produzione e la vendita di auto ibride, a benzina ed elettricità, e impiegando auto meno potenti

(http://www.greenpeace.org/italy/it/campagne/Salviamo-il-clima/Chi-cambia-il-clima/Il-mondo-dei-trasporti/).

Un esempio di auto ibrida è la Toyota Prius, auto dell’anno 2005:

Le responsabilità delle case automobilistiche riguardano anche la gestione dei conflitti legati allo sfruttamento delle risorse petrolifere, che assumono estrema importanza a livello globale.

In questo video di Greenpeace la tematica del gas guzzler, ovvero di veicoli che consumano carburante inefficiente, viene affrontata in termini ironici responsabilizzando la collettività sull’uso di biocarburanti:

I termini in cui il problema viene affrontato sono molteplici, questo è un esempio di comunicazione sociale molto ironico ed efficace:

Marta Gabriel



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