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Per fare un tavolo ci vuole il legno. Per fare il wurstel ci vuole il porco.

Creato il 16 gennaio 2012 da Abattoir

lunedì 16 gennaio 2012 di

Da piccolo imparai che per fare un tavolo ci vuole il legno, quindi l’albero, il seme, il frutto… ma tirando le somme per fare tutto ci vuole un fiore. Ho sentito dire però che il tonno nasce in scatolette “easy open”, e c’è persino l’albero delle scatolette, essendo “verdura” in quanto vegetariano potrei mangiarla.

Qualche giorno fa ho visto una divertente candid camera. Il set del video era un supermercato. Un salumiere-promoter (l’attore) offriva della salsiccia di carne fresca a chiunque passasse di lì. I clienti lasciavano il carrello un istante per assaggiare la salsiccia che l’attore specificava essere speciale: “…È salsiccia di carne di porco fresca. Buona, vero?”. Doveva essere davvero fresca poiché molti clienti facevano il bis e ne ordinavano 1-2 kili. Il salumiere quindi prendeva da una gabbietta poco dietro un grugnente maialino, apriva il box tritatutto a manovella e adagiava il malcapitato lì dentro. In realtà, sotto il macchinario un’altra attrice prendeva in custodia il maialino incolume. Gli ignari clienti, spesso col boccone in bocca, sputavano letteralmente l’assaggio di “carne fresca” quando vedevano che il salumiere, una volta inserito il maialino, ruotata la manovella, prendeva la salsiccia ordinata che fuoriusciva lentamente dal macchinario. L’attore vedendo la reazione dei clienti rispondeva “Carne di porco fresca…”, come dire “Che vi aspettavate? Carne di porco fresca!”.

In effetti, nell’era dell’informatica, dei lavori intellettuali e ben lontani dai processi produttivi, ma soprattutto lontani dalle campagne, non si ha più la giusta percezione della provenienza del cibo, ancora di più nell’infanzia. Una volta cresciuti vogliamo mantenere quella visione “rosea” della vita, e ignoriamo tutto ciò che potrebbe turbarci. Nella candid camera, forse un po’ esasperata, avviene ciò che avverrebbe normalmente con un processo un po’ più lungo: un cliente ordina della salsiccia, il macellaio la produce e riordina altra carne, l’allevatore macella altri suini per evadere i nuovi ordini.

Qualcuno potrebbe però obiettare: “La gente era disgustata solo perché il maiale era un cucciolo e per di più macellato vivo”. È quello che avviene ogni giorno per migliaia di pulcini maschi nati da galline ovaiole tritati vivi o per vitellini e agnellini sgozzati. Gli animali adulti se la passano forse anche peggio. La gente nel video era disgustata soltanto perché  messa di fronte alla relazione di causa-effetto che c’è tra l’ordinare la carne e l’uccisione dell’animale. Se si fosse trattato di un maiale sgozzato sarebbe stato lo stesso, o anche peggio, fidatevi.

Ringrazio gli autori di questa candid camera a nome di tutti coloro che coglieranno il senso metaforico dello scherzo, che sceglieranno di mangiare carne solo la domenica o per le feste, come si faceva quando l’uomo era più legato alla terra e viveva le campagne. Li ringrazio perché spiegare il motivo per cui sono vegetariano è sempre stato difficile e lo è ancora. Soprattutto quando il mio interlocutore mi chiede stupito: “Ma come fai? La carne è così buona! Ma nemmeno la fiorentina?”. Con questo video spero di avere un’arma in più durante le mie spiegazioni, anche se mi piacerebbe rendere il mio “cinico interlocutore” partecipe come vittima dello scherzo.

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