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per filo e per segno

Creato il 21 marzo 2012 da Plus1gmt

Dopo colazione mia figlia chiede di ripetere la lezione di storia, che consiste in cinque facciate del libro studiate una decina di giorni fa. Per vari motivi in classe non c’è stato ancora il modo di accertare se i bambini hanno studiato e compreso l’argomento (dinosauri e loro estinzione) e solo oggi ci sarà una verifica. La cosa ci era completamente sfuggita, non ci siamo nemmeno preoccupati di fare un ripasso lo scorso fine settimana e ci siamo ridotti all’ultimo momento. E per fortuna che è venuto in mente a lei, e solo lo sforzo di non metterle ansia ci ha impedito di non andare nel panico. Ma ogni preoccupazione, come al solito, è stata superflua. Siamo noi adulti a dimenticare un aspetto importante: l’attitudine che hanno i bambini di ricordarsi le cose è straordinaria. In quattro e quattr’otto la piccola ha ripetuto tutto per filo e per segno ai limiti della esposizione mnemonica, ma poi provando con domande trabocchetto e richieste di dettagli con parole diverse rigirando i concetti è risultato chiaro che aveva afferrato perfettamente il quadro.

Così l’ho osservata mentre chiudeva l’argomentazione perfettamente come se fosse fresca di ripasso, si vedeva la magia dell’espressione di chi ha capito, sta strutturando dentro di sé il discorso e in tempo reale codifica il linguaggio macchina, diciamo così, quello di più basso livello in senso informatico che è il pensiero, e lo rende comprensibile a parole accompagnate da tutti i muscoli della faccia e del corpo che fanno da cornice. Ho pensato a lei come a uno stampo che si forgiava per produrre poi tutto quello che stava dicendo e che aveva in parte la sua forma. E niente, non c’è nulla di speciale se non il piacere di assistere a uno spettacolo dell’intelligenza e agli stessi contenuti. Questo indipendentemente che si tratti del proprio figlio o no, in momenti come questi c’è tutta l’energia che questo tipo di elaborazione produce, scariche di vita fresche di stagione che mettono in secondo piano tutto il resto. Ma l’aver colto un altro tassello per una sorta di thread monografico sulla memoria, involontario perché si tratta di considerazioni assolutamente casuali come tutto il resto delle cose che scrivo (e poi anche basta, cerco di chiudere qui l’argomento), è significativo, è la prova che si tende a interpretare la realtà con il filtro delle urgenze emotive, fino a quando non mutano le priorità e si cambia finalmente registro.



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