Notizia | 26/03/2015 ( ore 16:23 ) : Si è parlato a lungo del libro “Becoming Steve Jobs” in cui ancora una volta viene messo in risalto l’ex CEO di Apple, Steve Jobs, ma dopo la sua morte la compagnia di Cupertino non è certo stata con le mani in mano e il successore di Jobs, Tim Cook ha raggiunto risultati che vanno oltre ogni aspettativa. Per questo motivo la rivista Fortune lo ha nominato “il più grande leader del mondo”, accompagnando tale investitura con un ritratto descrittivo molto approfondito. Il numero di Fortune in cui è possibile leggere il pezzo è quello di aprile, ma alcuni dettagli sono trapelati sui maggiori portali tech statunitensi.
Cook è diverso da Steve Jobs. E’ un leader pacato, ma non meno autoritario del suo predecessore. Grazie alle sue decisioni ragionate, alla sua esperienza e preparazione e al suo carattere deciso ma cordiale, ha portato Apple a diventare la società più ricca al mondo in soli tre anni e mezzo di lavoro (partiva comunque da ottime basi!):”Avevo la pelle dura, ma in questo periodo è diventata ancora più dura. Quello che ho imparato dopo la scomparsa di Steve e che prima immaginavo solo a livello teorico, è che lui era uno scudo incredibile per noi, per il suo team esecutivo. Nessuno di noi se n’è accorto prima, molto probabilmente perchè non ci pensavamo ed eravamo concentrati su altro, sui nostri prodotti, sul business. Egli ha assorbito tutti i colpi che ci sono stati inflitti, compreso i meriti ovviamente. Ad essere onesti la pressione è molto di più di quanto mi sarei mai aspettato”.
Nonostante l’alto valore degli uomini che componevano lo staff dirigenziale di Apple al momento del passaggio di consegne da Jobs a Cook, quest’ultimo ha effettuato vari cambiamenti “di uomini” e partner, da Scott Forstall alla GT Advanced Technologies (azienda produttrice di display in vetro zaffiro) passando per l’ex responsabile di Apple Retail, John Browett. Proprio per la posizione di responsabile dei negozi Apple Store, Cook ha voluto portare avanti le selezioni personalmente, facendo un lavoro certosino che lo ha portato a scegliere uno dei più grandi dirigenti a livello mondiale, Angela Ahrendts, ex CEO di Burberry. Ahrendts ha dichiarato che uno dei motivi che l’hanno spinta a far parte di Apple, forse il principale, è stato proprio Tim Cook:”La prima volta che ci siamo incontrati ho pensato ‘Wow, è un uomo pacifico’. Ho subito apprezzato la sua integrità, i suoi valori. Niente e nessuno potrà mai dirgli, scrivere o costringerlo ad evitare di fare la cosa giusta. Non solo per Apple, ma per le persone della compagnia, per la comunità, per i paesi del mondo. Il mondo ha bisogno di più leader come Tim Cook”.
Fonte: MacRumors