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Per gli appassionati di fotografia cinque mostre da non perdere. A Londra.

Creato il 26 febbraio 2015 da Nebbiadilondra @nebbiadilondra

1. Conflict, Time, Photography. Tate Modern, fino al 15 Marzo 2015.

Don McCullin Shell Shocked US Marine, Vietnam, Hue 1968, printed 2013 © Don McCullinDon McCullin Shell Shocked US Marine, Vietnam, Hue 1968, printed 2013 © Don McCullin

Da quando è stata inventata, la fotografia è diventata il mezzo per eccellenza per documentare sia un conflitto che le sue conseguenze. Tate Modern ci regala (ancora per poco) una mostra spettacolare che documenta gli effetti della guerra su oggetti, persone e paesaggi . Il potere evocativo della fotografia è immenso. Sono fotografie scattate negli attimi immediatamente successivi ad un evento, come la foto del soldato americano in stato di shock fatta da Don McCullin durante la Guerra in Vietnam, ma anche mesi o anni dopo, come quella raffigurante l’elmetto in acciaio con un frammento di osso del cranio fuso all’interno – quanto resta di una persona dopo l’esplosione della bomba atomica- scattata da Shomei Tomatsu nel 1963, a vent’anni dai fatti di Hiroshima e Nagasaki. Una mostra potente e profonda, assolutamente da non perdere.

2. Human Rights, Human Wrongs. The Photographers’ Gallery, fino al 6 Aprile.  ( Ne abbiamo quiì  http://www.londonita.com/mostra-diritti-umani-londra/ )
Per la sua immediatezza e per lo straordinario impatto informativo dell’immagine, il fotogiornalismo è diventato il mezzo prediletto per testimoniare i momenti salienti nella storia umana. Per gli amanti di questo genere pertanto la mostra della Photographer’s Gallery è un must see: oltre duecento fotografie provenienti dalla collezione dell’agenzia Black Star di New York – un’incredibile testimonianza dell’importanza delle immagini nella lotta per i diritti umani. Questa mostra esplora i grandi cambiamenti politici internazionali avvenuti nel quarantennio che va dal 1945 agli anni Novanta – dalla lotta contro il razzismo ai movimento per i diritti civili negli Stati Uniti, dalla Guerra del Biafra alla Primavera di Praga.

Al Vandenberg, 'High Street Kensington' from the series 'On a Good Day'
Al Vandenberg, ‘High Street Kensington’ from the series ‘On a Good Day’

3. Staying Power. Victoria & Albert Museum, fino al 24 Maggio 2015
Il risultato di un progetto durato sette anni, la mostra è il frutto della collaborazione tra il Victoria and Albert Museum e il Black Cultural Archives – una collaborazione che ha permesso al museo di raccogliere 118 opere di 17 artisti di colore, oltre alle testimonianze orali dei fotografi stessi, delle loro famiglie e delle persone immortalate nelle loro immagini. Abbracciando il quarantennio compreso tra il 1950 e il 1990, le opere affrontano argomenti diversi che vanno dalla moda alla musica, alla vita familiare e alle manifestazioni di protesta, gli abusi razziali e all’esperienza dell’immigrazione. Lo scopo è quello di aumentare la consapevolezza del contributo dato non solo alla cultura e alla società britannica dai suoi cittadini di colore, ma anche all’arte della fotografia. Al Vandenberg, Maxine Walker, Ingrid Pollard e Yinka Shonibare sono tra gli artisti presenti .

4. Salt and Silver: Early Photography 1840-1860. Tate Britain, fino al 7 Giugno 2015.

Jean-Baptiste Frenet, Thought to be a Mother and Son circa 1855 © Wilson Centre for Photography
Jean-Baptiste Frenet, Thought to be a Mother and Son circa 1855 © Wilson Centre for Photography

Questa è la prima mostra in Gran Bretagna dedicata alle stampe su carta salata – una delle prime forme di fotografia. Inventato da William Henry Fox Talbot nel 1834, questo processo che consisteva nel coprire fogli di carta con una soluzione di sale comune e nitrato d’argento che li rendenva sensibili alla luce, donava all’immagine quella particolare morbidezza che è diventata parte integrante del linguaggio visivo moderno. A causa della loro fragilità tuttavia, solo poche di queste immagini sono arrivate fino a noi. Questa mostra ci offre pertanto una rara opportunità per ammirare le incredibili nature morte, i paesaggi e i ritratti creati con questa tecnica.

5. Wildlife Photographer of the Year 2014. Natural History Museum, fino al 30 Agosto 2015
Il fine ultimo di un fotografo naturalista è riuscire a catturare la selvaggia bellezza della Natura e dei suoi abitanti, fermando sulla pellicola quel momento fugace che fa di una “bella” foto una foto “speciale.” Come quella in bianco e nero di Jasper Doest per esempio, affollata da centinaia di eleganti gru nell’atto di alzarsi in volo; o lo scatto del polacco Łukasz Bożycki che ha sopportato temperature polari per fotografare un pipistello in letargo in un bunker da guerra abbandonato e che è costato la vita al suo compagno d’avventure, Piotr Tomasik, morto di polmonite di lì a poco e a cui la foto è dedicata. Giunta alla sua 50esima edizione, questa mostra raccoglie cento fotografie di flora e fauna selvatica, selezionate tra le oltre 42mila partecipanti al concorso. Un imperdibile viaggio tra le meraviglie del nostro meraviglioso pianeta.

Paola Cacciari

Pubblicato su Londonita



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