Per i 75 anni di un artista
28 maggio 2014 di Francesco Danieli
Omaggio al pittore Ernesto De Donno
![Per i 75 anni di un artista Il maestro Ernesto De Donno nel suo studio di Maglie (maggio 2014)](http://m2.paperblog.com/i/234/2341035/per-i-75-anni-di-un-artista-L-XGKKpb.jpeg)
Il maestro Ernesto De Donno nel suo studio di Maglie (maggio 2014)
Quando si parla di “salentini” non ci si riferisce semplicemente ad una provenienza geografica. La salentinità è un habitus, un modo d’essere, una conformazione di mente e di cuore. La stessa precisazione vale per i “pittori salentini”. Tra questi ultimi, un posto d’onore spetta certamente ad Ernesto De Donno. La sua tavolozza è autenticamente colorata di salentinità e dal suo pennello gocciola un amore viscerale per la sua terra, vera musa ispiratrice della sua arte.
![Per i 75 anni di un artista E. De Donno, Otranto, acquerello n. 1 (2007)](http://m2.paperblog.com/i/234/2341035/per-i-75-anni-di-un-artista-L-ej4U30.jpeg)
E. De Donno, Otranto, acquerello n. 1 (2007)
Nato a Maglie il 27 marzo 1939, con lui sono quattro le generazioni di artisti nella sua famiglia. Proprio dal padre Giuseppe, nel costante ricordo del nonno e del bisnonno, Ernesto apprende fin da bambino la tecnica pittorica. Desideroso di perfezionarsi stilisticamente, nei primi anni ’50 frequenta la celebre Scuola d’Arte e Mestieri di Maglie, che non tarderà a deludere le sue aspettative. Infatti il prestigioso Istituto cittadino, che nei primi decenni del Novecento aveva formato ebanisti e intagliatori di primo livello, alla metà del secolo non brillava particolarmente nel settore della pittura.
![Per i 75 anni di un artista E. De Donno, Maglie, acquerello n. 9 (2007)](http://m2.paperblog.com/i/234/2341035/per-i-75-anni-di-un-artista-L-O9VMks.jpeg)
E. De Donno, Maglie, acquerello n. 9 (2007)
È la Milano eclettica degli anni ’60, polo vivacissimo della cultura italiana ai primordi del boom economico, ad accoglierlo ventenne. Frequenterà i corsi serali all’Accademia di Belle Arti di Brera, perfezionandosi fianco a fianco con Saverio Terruso (1939-2003) che, dopo un periodo di docenza presso le accademie di Palermo prima e di Carrara poi, sarà titolare della cattedra di pittura presso la stessa Accademia di Brera dal 1979. In questo contesto De Donno apre i propri orizzonti artistici alle innovazioni di Renato Guttuso (1911-1987), Aligi Sassu (1912-2000) e Salvatore Fiume (1915-1997), cui Terruso è molto legato, ma sceglie di tornare a casa, nella sua Maglie, e di vivere del lavoro del proprio pennello spalancando ogni mattina la finestra della sua ispirazione sui paesaggi emozionali del suo Salento: le scene di vita contadina, la campagna degli ulivi e delle costruzioni a secco, il mare delle frastagliate scogliere sull’Adriatico, gli scorci di paese, le case e le chiese, le nature morte e i fiori. Armonia idilliaca promana dai suoi deliziosi acquerelli, tra cui spiccano per grazia quelli delle serie idruntina e magliese; profondità e vivacità cromatica conferiscono tridimensionalità espressionistica ai suoi dipinti su tela e cartone, ulteriormente vivacizzati dalla lucentezza degli acrilici e dalla varietà tattile resa possibile dalla tecnica mista con pennello e spatola.
![Per i 75 anni di un artista E. De Donno, Stazione XI della Via Crucis, chiesa del Sacro Cuore, Maglie (2006)](http://m2.paperblog.com/i/234/2341035/per-i-75-anni-di-un-artista-L-_jJg56.jpeg)
E. De Donno, Stazione XI della Via Crucis, chiesa del Sacro Cuore, Maglie (2006)
Dipinti di De Donno, oltre che in Terra d’Otranto e nelle più importanti città italiane (Roma, Napoli, Milano e Bologna), sono presenti in collezioni private negli Stati Uniti d’America, nel Regno Unito e in Svizzera, proiezioni ortogonali di un Salento sempre più globale. L’opera a lui più cara, però, è la Via Crucis in XIV stazioni realizzata per la chiesa del Sacro Cuore a Maglie tra il 2006 e il 2007 e donata dall’artista in memoria della defunta moglie. A quest’Uomo buono, semplice e generoso, che non si è lasciato imbruttire dai colpi bassi della vita, l’augurio pucciniano di continuare a vivere a lungo “d’arte” e “d’amore”.
//
//
//