Per il contest ricette libri film tradizioni... in cui le ri-troviamo con un numero fortunato, il13, il contributo di fausto

Da Simoeffe

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UN NUOVO AMICO, FAUSTO, SI E' AGGIUNTO AI CONTRIBUTI PER L'INIZIATIVA RICETTE DOVE LE RI-TROVIAMO....

...ECCO COME SI PRESENTA

Memorabilie

La mia cucina è frutto di ricordi, di profumi, sapori ed immagini che mi tornano alla mente e, spesso, vedere un cibo o assaggiarlo, evoca sensazioni vissute e riposte in un angolo.
Il cibo non è fine a se stesso, il cibo del convivio intendo, non quello del quotidiano…
Esistono più livelli, uno che classifico “alimentazione” (ed è volto esclusivamente al sostentamento), poi si passa al “cibo” ed infine al “banchetto”.
Anche da ragazzo ricordo nitidamente i banchetti, le feste ed i momenti in cui la tavola diventava aggregazione e fratellanza, i riti e le tradizioni che si tramandavano affinchè
l’incantesimo” si rinnovasse la volta successiva.

UNO DEI SEGNALIBRO IN PALIO


La tavola ed il cibo intesi come momento aggregante, di confronto e di scambio di opinioni … un naturale slow-food in cui anche il tempo diventa componente essenziale per gustare ogni aspetto del ritrovarsi. Ci sono immagini che hanno segnato momenti legati a questa “filosofia”, talvolta ne ripesco qualcuna e, perchè no, è bello riguardarla e rinnovare il ricordo.

...ECCO IL SUO ORIGINALISSIMO E PERSONALE CONTRIBUTO DAL SUO SITO BLOG : http://www.chezmoibyfausto.it/involtini-di-spada-chezmoi/
TRADIZIONI   RICORDI   MEMORIA
A casa, da piccoli, si sentiva il rumore della “lambretta” (l’Apecar  era un mezzo molto usato per trasportare qualsiasi merce), poi il classico grido: “Alici e pruppi!!!!” (alici e polpi), o “custardeddi” (costardelle, che sono un pesce azzurro  locale).Ogni commerciante ambulante aveva il suo richiamo riconoscibile e si passava dal “facitivi a provvista ri patati” (fate la vostra provvista di patate) a “varechina la vibonese” (candeggina di una marca di Vibo Valentia), e poi c’era don Paolo (il lattaio), lui non gridava ma suonava il clacson e noi

uscivamo a dargli la bottiglia vuota (rigorosamente di vetro) e ritiravamo quella piena dilatte fresco, ma questo è un altro capitolo …Erano i suoni che portavano il mercato in casa e quando la “treruote” si fermava, si creava il classico capannello da bancarella … vociare, contrattare, schernirsi, tutto contribuiva a creare un’atmosfera unica.A volte, don Pepè, (un pescatore nato pescatore, con la faccia da pescatore, la voce da pescatore, le mani da pescatore ma i modi da “zio buono”) non si fermava davanti casa nostra, a volte mio padre lo incontrava più avanti, attorniato da quattro o cinque clienti e, se sollevava lo sguardo e diceva:”Prussuri, pi vvui pisci non ndavi” (professore per voi pesce non ce n’è), voleva dire che il pesce non era fresco di giornata….


Se arrivava con pesce spada appena catturato (preda di una spadara di Bagnara), ecco che l’Apecar si fermava davanti casa nostra e “u Prussuri” usciva per comprarne delle fette.A casa nostra si faceva alla griglia, con l’immancabile “sarmurigghiu” (olio, limone, aglio ed origano selvatico), oppure si facevano gli involtini … gli involtini di spada che prendevo sempre al ristorante e che sono uno dei sapori della mia infanzia, indelebili ricordi della mia famiglia riunita attorno al tavolo….Se trovo pesce spada che abbia un colore ed un’aspetto che mi piace, ecco che “u Prussuri” che c’è in me non riesce a fare a meno di prenderne un bel trancio per ritornare a gustare, non solo qualche involtino, ma anche il “gusto” del rumore dell’Apecar, del vociare attorno a don Pepè e dell’armeggiare di mio padre per preparare “u sarmurigghiu”.Questa è una variante ai tradizionali involtini di pesce spada , arricchita da elementi diversi dall’agrodolce siciliano e dal “solo salato” reggino, serviti con contorno di chips di patata (cotte a microonde) aromatizzate con erbe provenzali.Gli aromi ed il sapore dei pomodorini confit bene si sposano con mazzancolle, pesce spada ed origano selvatico, esaltandone le “note” meridionali.

Involtini di spada “chezmoi”


Ingredienti:
pesce spada -pomodorini confit -mazzancolle -radicchio -lattughina -parmigiano reggiano -pangrattato -brandy -olio e. v. o. -origano selvatico -
Preparazione:
Tagliare fette sottili di pesce spada (e "batterle" tra due fogli di carta oleata per appiattirle ulteriormente), disporle sul piano di lavoro e cominciare a distribuire gli ingredienti all'interno:Un mix di sale, pangrattato, origano selvatico secco e parmigiano reggiano su tutta la fettina, poi mettere all'inizio una coda di mazzancola cruda, a seguire   uno o due pomodorini confit ed un pugnetto di radicchio e lattughina tagliati a striscioline sottili.Arrotolare bene, passare nel mix (pangrattato, parmigiano, origano e sale), metterne quattro o cinque accanto ed infilzarli con due o tre spiedini lunghi.Scaldare bene una padella antiaderente, un filo d'olio e procedere ad una buona rosolata da entrambi i lati, sfiammare con il brandy e portare a fine cottura, coperti ed un goccio d'acqua in padella.

....CARI FOLLOWERS, AL PROSSIMO CONTRIBUTO


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