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Per il disastro della Concordia indagato anche il timoniere – Rassegna Stampa D.B. Cruise Magazine

Creato il 15 settembre 2012 da Dreamblog @Dreamblog

Schettino gli ordinò in inglese il cambio di rotta solo 23 secondi prima del disastro

 

Per il disastro della Concordia indagato anche il timoniere – Rassegna Stampa D.B. Cruise Magazine
Salgono a 10 gli indagati del caso Concordia, arenata su uno scoglio davanti all’isola del Giglio la sera del 13 gennaio, con un bilancio di 32 vittime. Per «concorso in naufragio» è stato infatti iscritto nel registro degli indagati, il 22 agosto, anche il timoniere della nave.

Ma quello della procura di Grosseto sembra più che un altro un atto dovuto. Perché se è vero che il timoniere indonesiano Jacob Rusli Bin non comprese il comando del capitano Francesco Schettino, è altrettanto vero che ciò accadde appena 23 secondi prima dell’impatto contro lo scoglio delle Scole, a circa 300 metri di distanza. Anche questa ricostruzione è evidenziata nella perizia – ordinata dal gip Valeria Montesarchio – eseguita dagli esperti coordinati dall’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone.

L’incomprensione 

Schettino si accorge che la manovra «estremamente azzardata» dell’inchino al Giglio – a 0,3 miglia e «a una velocità di 15,5 nodi» – e cerca di virare a sinistra. «Alle 21.44 e 44 secondi ordina 10 gradi a sinistra per contrastare la rotazione della poppa verso lo scoglio, poi sale a 20 gradi a sinistra», ma Jacob Rusli Bin non comprende «e sbaglia la direzione di accostata e va a dritta arrivando anche a 20 gradi, per poi riportare la barra a sinistra come ordinato, con ritardo significativo». La Concordia, in realtà, era già praticamente sullo scoglio la collisione avviene alle 21.45 e 7 secondi -, in ogni caso anche il timoniere (che recuperò l’errore dopo 13 secondi dal momento in cui l’aveva ricevuto) sarà processato.

La lingua imposta dalla Costa 

Resta, comunque, da capire il pasticciaccio della lingua con cui vengono impartiti gli ordini. Nella perizia emerge che «pur essendo stabilito dalla società Costa che la lingua a bordo debba essere l’italiano, il comandante svolge il suo periodo di direzione della manovra in plancia impiegando con il timoniere la lingua inglese, con non poche e gravi incomprensioni e conseguenze». Si impone, tuttavia, una domanda: l’indonesiano avrebbe capito meglio l’italiano? Mah. Basti pensare che a bordo c’erano altri membri dell’equipaggio che non comprendevano la nostra lingua, «il radio officer Spadavecchia, al momento di ammainare le lance di salvataggio» è stato costretto a ricorrere all’inglese «con un equipaggio sudamericano».

Gli altri guasti 

In difesa della Costa crociere va ricordato quando sottolineato nella perizia a proposito di un guasto al generatore di emergenza. «I problemi di funzionamento del Diesel-generatore d’emergenza, oltre a non aver avuto ovviamente alcuna influenza sulla causazione del sinistro, non appare abbiano comunque influito sull’esito finale del naufragio, dovuto essenzialmente alla vastità della falla prodottasi» dopo lo scontro con lo scoglio.

Radar e sistema Ais in regola

La Costa, nella perizia, difetta in materia di organizzazione e di gestione dell’emergenza (soprattutto da parte del responsabile dell’unità di crisi di terra Robero Ferrarini), ma «i sistemi di comunicazione esterna, rilevazione di rotta, monitoraggio dati verso le competenti autorità costiere», ovvero radar, ricetrasmittenti in banda e satellitari, sistema Ais «erano funzionanti e operativi durante tutto il tragitto da Civitavecchia al momento dell’incidente».

Il Comune chiede i danni 

Di fatto non è una novità, perché il Comune dell’isola del Giglio si era costituita parte civile già durante l’incidente probatorio del 3 marzo, ma ieri è stata ribadita la decisione di esigere il risarcimento danni. «Abbiamo chiesto la messa in mora di Costa Crociere». Ad annunciarlo è l’avvocato Alessandro Lecci, legale del Comune di Isola del Giglio. «Insieme all’ufficio legale PaviaAnsaldo di Milano valuteremo in seguito – prosegue l’avvocato Lecci – la quantificazione del danno per la comunità dell’Isola del Giglio, che è immane».

Fonte: La Stampa.it


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