Per il Presidente Obama l’energia nucleare è l’energia del futuro

Mister Barack Obama è il Grande Presidente di un Grande Paese, capace di fare scelte bipartisan e coraggiose per il bene e il progresso della sua nazione, mettendosi personalmente in gioco anche a costo di perdere un po’ di popolarità. Così è successo anche per la questione del rilancio del nucleare negli Stati Uniti necessario, come aveva detto Obama a febbraio di quest’anno, per la creazione di nuovi posti di lavoro e per l’abbattimento di produzione di CO2. “New safe and clean nuclear power plants in America” è stato lo slogan che ha accompagnato la rinascita nucleare statunitense, insieme agli 8 miliardi di incentivi stanziati dal governo per le imprese che costruiranno le centrali. Nel video che ho linkato qui sopra da Youtube, il Presidente risponde ad un gruppo di giovani che si interrogano sulla decisione del ritorno al nucleare e Obama, con il solito appeal parla “della necessità di creare nuovi posti di lavoro nel settore delle energie alternative, motore trainante dell’economia del futuro. Investimenti sono stati fatti con tutte  le fonti rinnovabili, eolico, solare e biodisel ma l’unica energia capace di soddisfare il crescente fabbisogno energetico rimane quella nucleare che, inoltre, ha il vantaggio di non produrre emissioni ad effetto serra”. Sul sito web della Casa Bianca si può leggere tutto il discorso del Presidente in occasione dello stanziamento degli incentivi (http://www.whitehouse.gov/the-press-office/remarks-president-energy-lanham-maryland). Riporto una delle frasi finali, che è assolutamente magistrale:

“Gli investimenti in energia nucleare restano un passo necessario. Ciò che spero è che, con questo annuncio, venga sottolineata contemporaneamente sia la nostra serietà nel far fronte alla sfida energetica, sia la nostra buona volontà di non guardare a questa sfida come una questione di parte, ma come una questione che è più importante della stessa politica, poiché  le scelte che ci accingiamo a fare non riguardano solo la prossima generazione, ma molte generazioni a venire”.