Parole simili sono venute dalla Francia, mentre Cipro ha aperto alla Russia la possibilità di installare basi militari sul proprio territorio e la Gran Bretagna da buona colonia Usa non dichiarata si accoda invece a Kerry . Questo ancora una volta e ancora di più dimostra l’inesistenza di un’ Europa che si sparpaglia e si divide nei momenti topici, nei quali sono i singoli Paesi a dettare legge secondo i propri interessi. Insomma una costruzione enfatica e posticcia che pare avere consistenza e autorità solo quando si tratta di imporre politiche ultraliberiste, massacri sociali e privatizzazioni selvagge con l’euro come spada di Damocle. Anzi con tutta serenità possiamo dire che Renzi si è battuto come un leone per ottenere la poltrona farsa del ministero degli esteri della Ue, vale a dire quella che conta meno di tutte le altre, che è solo una parte muta in commedia, proprio per evitare di mettere bocca negli affari europei, per poter fare il miles gloriosus a Roma e il cameriere a tempo pieno a Bruxelles.
Nel contempo la Ue si profila come alibi di copertura della Nato la quale esprime la quasi totalità della sua politica estera: solo quando la paranoia imperiale di Washington che accompagna la mutazione maligna della democrazia americana, rischia di trascinare l’Europa in una guerra sul proprio territorio, allora i singoli Paesi sembrano scuotersi dal sonno della ragione e vanno in ordine sparso a cercare di metterci una pezza. Il che dimostra anche l’assenza di un qualunque progetto geo strategico comune e nel contempo autonomo rispetto agli Usa. Così un ensemble continentale che avrebbe dovuto essere locomotiva di civiltà sotto molti aspetti è invece finito al traino di una barbarie dall’apparente volto umano, ma che è il risvolto dell’avidità finanziaria e multinazionale: la presenza di forze speciali Usa in 136 Paesi e la creazione di 36 sigle terroristiche tra cui anche quella che oggi agisce come come Isis ,non può essere chiamata diversamente ( vedi qui The Golden Age of black ops pubblicato in origine dall’Huffington Post).
Se vi fosse stata l’Europa e dunque se fosse esistita una sua autonomia, quelli che oggi asseriscono di “conoscere la zona” si sarebbero ben guardati dall’appoggiare il golpe in Ucraina, avrebbero frenato i disegni americani invece di fornire loro appoggio logistico e giustificazioni. Adesso che il castello di carte del regime fantoccio di Kiev si sta disfacendo prima con perdita della Crimea e poi delle regioni orientali che non è in grado riconquistare, Francia e Germania, in proprio, tentano di disinnescare le polveri esprimendo la propria contrarietà all’invio di armi per il regime di Poroshenko e dei suoi ministri nazisti, amerikani e americani veri e propri. Ma probabilmente è troppo tardi: gli Usa non vogliono accettare lo smacco di una sconfitta del loro commissariamento e sono decisi a inviare armi e uomini (in chiaro, perché in nero ci sono già) per salvare la farsesca imitazione di democrazia che hanno imposto, anche perché un cedimento significherebbe perdere molto del lavoro fatto in Europa orientale e una minore disponibilità dei grandi come dei piccoli Paesi della zona a far parte del fronte antirusso e a costituirsi come territori franchi della finanza globalizzata. Di contro Bruxelles si accorge dell’enorme errore a cui l’hanno spinta gli Usa e di essere ormai costretta ad accogliere nel proprio seno un Paese in bancarotta e ormai mutilato delle sue regioni più produttive: semplicemente un Ucraina così non ha senso.Morire per Kiev? A questo siamo arrivati, altro che nuova guerra fredda come viene grottescamente definita dai media mainstream un conflitto armato che ha già fatto centinaia se non migliaia di morti.
Francamente non si può non ridere di fronte alle parole del vice cancelliere tedesco Sigmar Gabriel il quale ora dice che “Putin deve tendere una mano alla Ue”, nonostante il fatto che proprio la Germania sia stata la retrovia del golpe e che si sia prestata con straordinaria pervicacia alla farsa dell’abbattimento del boeing malese da parte degli insorti orientali e pretesto poi per le sanzioni a Mosca. Per non parlare delle oscene menzogne da propaganda di guerra che sono state disseminate nell’opinione pubblica.Che mano ha dato l’Europa alla Russia? Che cosa è apparso fuori dai suoi confini se non la volontà di essere sempre più un braccio degli Stati Uniti sia per quanto riguarda gas, petrolio e relative condotte, sia per quanto riguarda le politiche sociali, per finire con il capolavoro del trattato transatlantico che alla fine concede la sovranità perduta dagli stati a multinazionali e finanza di oltre atlantico? Nulla.
L’Europa ha perso la coscienza di sé e le rimane solo la cattiva coscienza.