“We are not here to suge for peage but to fight for the freedom of our country”
[Sir William Wallace]
La Scozia è alle porte di un referendum che deciderà se la nazione del kilt e delle cornamuse si sgancerà definitivamente dal Regno Unito, dimostrando la propria volontà di autodeterminazione e secessione da quello che è stato l’invasore, l’usurpatore, il violento padrone, che conquistò queste meravigliose terre, per il miserabile anelito al dominio ed alla supremazia.
Era il 1297, Wallace aveva dimostrato a tutti i suoi compatrioti ed a tutto il mondo cosa significasse essere scozzese, l’importanza dei valore di lottare per la propria identità e la propria cultura, contro l’ingiustizia e la violenza, allora perpetrate dalle truppe dell’infame Edward I d’Inghilterra.
Oggi, dopo otto secoli di storia, gli scozzesi possono decidere se essere liberi e continuare il proprio cammino come nazione indipendente, in un’epoca storica in cui quelli che chiamiamo “i capi del mondo” – nient’altro che i portavoce dell’attuale ideologia dell’ipocrisia e dell’avidità, che ha reso grande l’Impero Britannico (così come quello Romano) – desiderano annullare piano piano la sovranità e la libera determinazione delle persone e dei popoli.
L’indipendenza della Scozia è, innanzitutto, una questione di principio, un atto necessario per riequilibrare una bilancia, quella della giustiza, da secoli violata e corrotta in nome del dominio economico di un’altra nazione, l’Inghilterra, regno di una stirpe infame.
Ma quali sono i motivi, a parte l’orgoglio nazionale di un popolo ricco di valori e storia come gli scozzesi, che ha portato la Scozia a convocare un referendum per l’indipendenza?
Sono sostanzialmente tre i fattori determinanti.
Il primo, come appena detto, è la storia.
L’importanza di preservare e difendere la propria storia e la propria
Scozia ed Inghilterra fanno parte del Regno Unito da soli tre secoli, durante le restanti migliaia d’anni di cui abbiamo testimonianza storica, sono stati due nazioni distinte. Chi volle creare quello che è l’attuale Regno Unito, l’Impero Britannico come sarebbe meglio chiamarlo ancora oggi, è stata la corona inglese che invase, distrusse e violò un popolo libero e pacifico.
Oggi anche la storia è stata violata. La comunità internazionale, influenzata da quell’infimo manipolo di governanti che si riunisce Bruxelles, viene persuasa a delegittimare ed addirittura condannare quella che è la revindicazione di un diritto fondamentale del popolo scozzese, la propria libertà e la propria indipendenza.
Il secondo fattore è quello economico.
L’inghilterra del XIII secolo attaccò la Scozia perché era in bancarotta ed una terra ricca e prospera come la Scozia, così vicina ai propri confini, era l’obiettivo da non farsi scappare per rifocillare le casse del regno. Così l’Inghilterra attaccò senza riserbo la Scozia, non solo invadendo ma distruggendo e violando i propri abitanti ed imponendo poi il proprio sistema di tassazione.
Bene, dal XIII secolo ad oggi le cose non sono cambiate, un tempo erano le città commerciali ed i castelli scozzesi l’obiettivo della corona inglese ed oggi è il petrolio del Mare del Nord. Questo è un motivo fondamentale per cui l’Inghilterra non vuole far scappare la Scozia, il motivo per cui Cameron si è ridotto ad implorare via televisiva gli scozzesi affinché non si separino.
A chi conosce la storia delle guerre d’indipendenza scozzesi, fa ridere il teatrino televisivo montato dalla corona inglese con protagonista David Cameron, che in questi giorni appare sugli schermi parlando di valori morali come l’unione e la condivisione tra Scozia ed Inghilterra. Lui, Cameron parla di valori? Lui, l’attuale portavoce di un Impero costruito sulla base di guerre e soprusi, codardìa ed opportunismi?
La Scozia, da quando fa parte del Regno Unito, non si è mai vista rappresentata politicamente, a parte per un paio di mandati, dai governanti di Londra. La Scozia è sempre stata succube dell’imposizione del governo centrale inglese che, nonostante si difenda dicendo di rispettare la Scozia come Paese, ha sempre agito e determinato le prorpie scelte politiche, dettato dall’ambizione di dominare, sfruttare e controllare, considerando gli scozzesi come dei meri ribelli, gente da ammansire a base di caramelle, tasse e politiche ad hoc.
Tanto per farvi capire, in Scozia il partito conservatore è appena il quarto partito politico del paese, che non ha mai avuto più di un paio di rappresentanti al governo, mentre l’Inghilterra è la terra dei conservatori, fondata sui valori monarchici di quella che è forse la peggiore famiglia reale di sempre, una famiglia che si dovrebbe solo vergognare di quello che ha fatto durante tutti questi secoli.
Storico, economico, politico, tre fattori che ogni scozzese dovrebbe aver chiaro nella propria mente e nel proprio cuore, tre motivi per decidere di votare SÌ al prossimo referendum del 18 Settembre, senza farsi influenzare, persuadere ed intimorire dalle pressioni con cui l’Inghilterra li sta attaccando.
Da parte sua l’Inghilterra sta infatti cercando di persuadere il popolo scozzese con frasi classiche del tipo “non si sa come potranno andare le cose per un paese che decide di intraprendere un cammino solo” o “il divorzio sembra positivo all’inizio ma poi ci si trova di fronte ad un baratro di dubbi ed incertezze” od ancora “la storia ci insegna che il nazionalismo non è la risposta e che le conseguenze possono essere letali”. Chi ha detto questo? Loro, i parlamentari inglesi, in più sedi, io mi limito solo a parafrasare i loro discorsi. L’Inghilterra sta cercando di infondere un sentimento di paura ed incertezza, solo per comprarsi, invece che combattere con lance e cannoni, lo spirito libero degli scozzesi.
Io dico che quelle imprese che pensano di andarsene dalla Scozia, se si proclamerà l’indipendenza, che se ne vadano. Se la Scozia dovrà uscire dall’UE, che ne esca, tutto di guadagnato. Se dovesse abbandonare la Libbra, che dire, ancora meglio.
Se vincerà il SÌ e la Scozia comincerà il cammino per la proclamazione della propria indipendenza, l’Inghilterra e l’UE, l’insieme di tutte quelle persone che lavorano per minare il principio di autodeterminazione dei popoli e calpestare i diritti delle persone, cominceranno a tremare. I bambocci di Bruxelles hanno paura che si crei un effetto domino e che dopo la Scozia, sia la volta della Catalogna e dei Paesi Baschi. Hanno una paura bestiale che il loro gran progetto di unione e dominio si increpi, e che le persone che vorrebbero governare non siano poi così pecore come pensavano.
Per riequilibrare la famosa bilancia della giustizia e riaffermare identità e valori e far valere i diritti d’ogni singola persona, questo processo d’indipendizzazione è necessario e dovuto, è l’effetto secondario di delle guerre e del regime di schiavitù imposto durante secoli.
Spero, nel profondo del mio cuore, che padri, nonni e bisnonni scozzesi abbiano trasmesso ai propri figli questi valori, i valori per cui il Guardiano di Scozia, William Wallace e tutti gli scozzesi che lo affiancarono da Stirling a Falkirk combatterono e per cui morirono.
La libertà, innanzitutto.
Matteo Vitiello