Il direttore di gara Charlie Whiting non ha alcun dubbio sulla conformità del misuratore di flusso del carburante introdotto nei regolamenti 2014 della Formula 1. Il misuratore ha creato una grande polemica tra il team Red Bull e l’organo di governo che dopo la gara inaugurale in Australia, ha squalificato Daniel Ricciardo per non aver rispettato i limiti di flusso imposti.
La polemica ha avuto seguito anche nelle ultime due settimane e anche questa mattina il team Red Bull ha denunciato nuovi problemi al misuratore di flusso della macchina di Ricciardo, problemi che hanno costretto il team a una sostituzione del componente.
La FIA ha bocciato il suggerimento della Red Bull che vorrebbe, per evitare polemiche e diatribe, eliminare del tutto il misuratore di flusso.
Whiting, parlando in conferenza stampa dopo le prove, ha dichiarato che l’interpretazione delle regole da parte della Red Bull è errata. Il team campione del mondo in settimana ha dichiarato che nei regolamenti non c’è nessuna voce che impone il limite dei 100 kg/h in gara.
“L’articolo 5.10 rende molto chiara la mia opinione e dice che l’unico modo per misurare il flusso del carburante è il sensore omologato” ha dichiarato Whiting in conferenza stampa
“Come sapere, la Gill [Sensors] è l’unico sensore omologato dalla FIA. Per me è perfettamente chiaro”.
Whiting si riferisce anche all’articolo 5.10.3.
“I sensori omologati devono essere montati e misurano direttamente la pressione, la temperatura e il flusso del carburante fornito agli iniettori, questi segnali devono essere forniti alla FIA.”
La Red Bull dopo la gara australiana ha dichiarato che il sensore non misura correttamente il flusso tanto che ha dovuto affidarsi ai propri strumenti per gestire la vettura di Ricciardo. Secondo la FIA però, il tasso di errore non supera il 0,5%.
Fabrice Lom, capo dipartimento FIA per il powertrain ha dichiarato:
“Noi accettiamo un margine [di precisione] più o meno del 0,5%. Molti [sensori] vanno meglio e a poco a poco raggiungeremo l’obiettivo del 0,25%”.
Whiting ha aggiunto:
“La prima volta che il sensore viene utilizzato, si sa subito se qualcosa non va perché è una questione separata… Ma non c’è mai una domanda tipo, ‘ se sta funzionando correttamente, è sempre preciso. Questo è ciò che abbiamo visto finora’”.
“A volte va un po’ a singhiozzo. Non sai il motivo per cui non è ancora morto, ma si sa subito [che è rotto]. Ed è molto evidente”.