UN LIBRO SU UNA NUOVA PROFESSIONE: Il ghostwriter.
Una narrazione che riflette sul mestiere dello scrittore
Zoran Živković, scrittore e saggista serbo, attualmente insegnante di Scrittura creativa all’Università di Belgrado , è conosciuto al livello internazionale per i suoi libri “L’ultimo libro” (2010), “Sette note musicali” (2011), “Sei biblioteche” (2011) e quello di cui tratto e consiglio per la RIURICA LEGGERE PER...UN LIBRO TRA LE MANI E' “Il ghostwriter”, 2012 Casa editrice TEA. In questo romanzo il protagonista è un imprecisato scrittore che l'autore presenta e fa conoscere ai lettori solo per mezzo di contatti “elettronico-epistolari” nall'arco di una mattina qualunque, con quattro persone diverse, scrittori a loro volta. Se leggiamo il libro, – impostato in prima persona dallo scrittore – ecco l’uomo che vive solo con un gatto pacifico e sornione, Felix. Ha scritto diversi romanzi apprezzati da molti, ma negli ultimi tempi è in crisi creativa. Ma quel giorno, la prima e-mail che riceve non è stata inviata da uno dei suoi soliti corrispondenti ma da un misterioso Ammiratore che in modo gentile ed educato gli parla di una insolita proposta di lavoro: scrivere un romanzo per lui.L'autore afferma:"«Non farei mai il ghostwriter, meglio pane e cipolla»
Come sempre mi immagino una intervista a questo singolare scrittore -Nel suo ultimo libro sembra che lei giochi un pò con il lettore.Quanto conta il divertimento quando scrive?
-Per chi scrive, la fiction dovrebbe essere il massimo divertimento. Se io non mi divertissi, non potrei neanche aspettarmi di poter divertire chi mi legge. Praticamente ho iniziato a giocare insieme ai lettori che mi sono guadagnato. Voglio che siano sempre in allerta, che si aspettino qualcosa all’improvviso. Essere un bravo scrittore significa prima di tutto essere imprevedibili. Credo che valga non soltanto per la letteratura light , ma an che per la prosa più raffinata. Bisogna saper dosare lo humour il più possibile, però!
-Il web è diventato qualcosa di molto presente nella vita di uno scrittore. È possibile continuare a scrivere senza farsi distrarretroppo dalla rete?
-«Internet è uno strumento molto efficace per gli scrittori. Dentro la rete puoi trovare qualunque cosa ti serva e nel modo più veloce possibile. Come tutte le invenzioni, però, possiede un lato oscuro. Ha un’enorme capacità distrattiva, è vorace come nessun drago mai, è una specie di invasore sotto pelle. Dipende dallo scrittore far vincere l’uno o l’altro dei due lati della medaglia. Se sai come gestirlo, è un aiuto molto efficace. Diversamente sarà un padrone molto duro...»
-Qual è stata la maggiore emozione nella sua vita di scrittore?
-«Alcuni anni fa un insegnante di liceo mi inviò una e-mail dagliStati Uniti. Mi scrisse che nella sua classe c’era un ragazzo autistico, che nessuno aveva mai udito pronunciare anche una sola parola. L’insegnante un giorno scelse di far leggere in classe “Il sussurro”, una storia tratta dal mio libro Sette note musicali.
Anche il protagonista del racconto è un ragazzo malato di autismo che, sotto l’influenza magica della musica, compie inesplicabilmente tutti i gesti del quotidiano. Alla fine della lettura, quel ragazzo - quello vero – si alzò all’improvviso e sussurrò: Magnifico”. È stato il premio più importante che abbia mai ricevuto»
- Lei sembra avere la capacità magica di giocare con la letteratura come con qualcosa di vivo. The ghostwriter è una specie di ritratto di Dorian Gray, dove tutto ciò che può accadere di brutto accade soltanto alla pagina, e poi ci si risveglia. Potrebbe scrivere i suoi libri senza letteratura?
-«Mi considero un modesto praticante dell’antica e nobile arte della prosa. Se esiste una goccia di luce nella mia scrittura, è per quello che ho imparato dai miei maestri. La mia formazione arriva dalla letteratura più diversa, che è lo strumento più prezioso per modellare uno scrittore. I miei venti libri di fiction restano un minuscolo mattone nel grande muro muschiato della letteratura»QUALE QUESTIONE AFFRONTA LO SCRITTORE IN QUESTO LIBRO
In Il Ghostwriter vi è la questione della paternità autentica o meno dell’opera. Si può chiedere a uno scrittore di fare il ghostwriter? In realtà nel romanzo troviamo molto di più che una semplice richiesta. Cinque singolari personaggi, o forse uno soltanto, cercano i favori di un gentile autore, troppo narcisista per non farsi ammaliare dai complimenti che gli vengono rivolti.Le conversazioni si snodano tutte tramite e-mail, ognuno partecipa utilizzando uno pseudonimo dietro al quale nascondere la propria identità. Ad esempio un giovane dal nickname P-0, si diletta nello scrivere pastiche (1) ispirati ai componimenti del protagonista. Banana, una donna incontrata a una serata letteraria, ogni mercoledì invia il sogno del martedì sera, in attesa di quello rivelatore che li collegherà tutti. Pandora, la vicina di casa mette insieme piccole storie in cui lo scrittore porta a spasso il cane Albert, al quale è molto affezionata. Un misterioso “Ammiratore”, invece, gioca a carte scoperte: “La mia proposta è semplice. Accetterebbe di scrivere un romanzo per me?”.Poi c’è Altomare, un amico, o meglio un collega frustrato dall’insuccesso e dalla mancanza di ispirazione. E infine, Felix, il gatto. Esso racchiude tutti i gatti: con il passo felpato si va a fermare esattamente davanti al monitor del pc, si fa le unghie sul tappeto, gioca con le tende, normale "andazzo" del mondo magico dei gatti.Felix è anche il nickname- modo in cui lo scrittore si firma nello scambio di messaggi su internet. Un nome conteso, alla fine infatti, tutti arriveranno alla stessa proposta: scrivere un romanzo su commissione utilizzando lo pseudonimo. Il protagonista, in qualche modo, darà loro quello che vogliono, senza dimenticare il suggerimento dell’anonimo Ammiratore… molto vicino a lui, più di quanto il lettore possa immaginare.Questo libro apre il sipario sul mondo degli scrittori, rappresentati qui come personaggi egocentrici che si nutrono di lusinghe, ma anche accompagnati da colleghi invidiosi. Curiosi i bizzarri comportamenti della gente comune quando si relaziona con il proprio beniamino, tutti descritti con maestria.Forse credo che l’unico appunto da fare è allo stile che si evidenzia poco caratterizzante nell’espressione dei singoli personaggi. Una scelta programmata e voluta? L'autore comunque da anni legge e rilegge da circa vent’anni e sempre in febbraio, quando le sue energie nervose sono ben spremute e comincia un poco di malinconia a farsi strada nelle sue,Il buon soldato Sc'vèik , il capolavoro dello scrittore ceco Jaroslaw Hasek. E' un libro che gli dà nuovamente la gioia di vivere " come l’acqua dentro una diga - e io sto di nuovo bene. Cosa ci si può aspettare di più dalla letteratura?"