Era il 9 giugno 1991 e gli italiani con il 95,6% dei votanti ponevano fine alla pessima pratica di controllo e manipolazione del voto consentita dalla esistenza nella legge elettorale nazionale della preferenza multipla.
Non c’era ancora l’attuale (pessima anch’essa) legge elettorale, che ha abolito del tutto il concetto stesso di preferenza, sostituendolo con il concetto di nomina da parte degli oligarchi dei partiti, e c’era ancora la possibilità per l’elettore di votare il partito ed anche il candidato preferito, anzi i candidati preferiti in numero maggiore ad uno ed in proporzione al numero di deputati da eleggere nel collegio.
Tale possibilità estensiva offerta all’elettore, stante le combinazioni che potevano essere generate nell’ambito di ogni lista, permetteva, da un lato, un ampio controllo del voto e dall’altro la manipolazione del risultato dei singoli candidati per mezzo delle diverse combinazioni e degli accordi tra candidati.
Quanto approvato ieri all’Assemblea Regionale Siciliana, nell’ambito della modifica della legge elettorale per i comuni, con la motivazione di assicurare la rappresentanza di genere, è grave perchè di fatto viene reintrodotta, senza correttivi, anzi con qualche aggravante, la preferenza multipla, chiamandola “doppia preferenza di genere”.
Con la norma così approvata, alle prossime elezioni comunali del 9 e 10 giugno saranno possibili di nuovo le “combine” seppure limitatre a un candidato al consiglio comunale di genere maschile ed un candidato di genere femminile, ma ancora peggio sarà possibile “segnare” il singolo voto stante l’annullamento previsto non dell’intero voto, ma solo della seconda preferenza, qualora si esprimano due preferenze per candidati dello stesso genere.
Bocciata inoltre la doppia scheda rosa ed azzurra per evitare il controllo del voto.
Il provvedimento infine è passato con 52 voti a favore, 18 contrari e 2 astenuti.
I “furbastri” che all’ARS hanno votato tale norma sono di destra (Pdl), di centro (Udc) e di sinistra (Pd, Lista Crocetta).
Ha votato contro il M5s.
e qui il video della seduta dell’ARS