“Fu un grande crimine commesso da alcuni serbi che bisogna trovare, giudicare e punire”Il neo presidente serbo Tomislav Nikolic continua a rilasciare dichiarazioni che suscitano reazioni negative sul futuro delle relazioni della Serbia con gli altri Paesi della regione e con l'Unione Europea e preoccupazioni sul proseguimento di quelle relazioni di buon vicinato, in particolare con la Croazia, su cui aveva molto insistito il suo predecessore Boris Tadic.Come ha raccontato Marina Szikora nella sua corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda ieri a Radio Radicale, poco prima delle elezioni presidenziali, in un'intervista alla Frankfurter Allgemeine Zeitung, aveva detto di non vergognarsi del suo passato cetnico e del ruolo avuto nelle guerre degli anni Novanta e di sognare ancora la Grande Serbia pur accettando l'integralità territoriale della Croazia e della Bosnia Erzegovina e concedendo che questo sogno non potrà realizzarsi viste le attuali relazioni internazionali e il processo di integrazione europeo della Serbia. Ancora più sconcertante l'affermazione che Vukovar, una delle città martiri delle guerre in ex Jugoslavia, è una città serba e che quindi non ci sono ragioni per cui i croati dovrebbero ritornarci. In Vukovar leben heute mehr Serben als vor zehn Jahren. Das sagt selbst der Bürgermeister Vukovars.Weil Vukovar eine serbische Stadt war. Dorthin haben Kroaten nicht zurückzukehren.Parole che hanno suscitato scandalo e riprovazione in Croazia costringendo l'entourage di Nikolic ad una repentina smentita.Ora Nikolic, in un'intervista alla televisione montenegrina, dichiara che il massacro di Srebrenica, non fu un genocidio come invece stabilito dalla Corte internazionale di giustizia (Icj). Ospite del programma di approfondimento politico “U centar”, la cui puntata integrale è stata pubblicata sul sito internet della Tv montenegrina, Nikolic ha ammesso che “un grande crimine si è consumato a Srebrenica, commesso da serbi, da alcuni membri del popolo serbo che bisogna trovare, giudicare e punire”, ma che tuttavia “è difficile incolpare e provare davanti a un tribunale che un evento abbia le caratteristiche di un genocidio”.Nikolic ha reagito con fastidio alla domanda su quando intende recarsi a Srebrenica come fece Boris Tadic una prima volta nel 2005, in occasione del decennale dell'eccidio, e poi ancora nel 2010: “Smettete di domandare sempre al presidente serbo, ogni mese o due, quando si recherà a Srebrenica” - ha replicato con disappunto - “Il mio predecessore si è recato a rendere omaggio non perché debba farlo ogni presidente”.
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