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Per non dimenticare Lili

Creato il 26 gennaio 2013 da Nicolaief

Folle –buela,
qual è la più bestiale di tutte le bestie?

viene da dietro il muro portando dei mattoni a formare un piedistallo

fabbrica con alte mura
muro di recinzione
di queste case qualche brandello di muro

o bianco muro di Spagna!

il muro del pianto
il muro del silenzio
il muro della vergogna

sale sul piedistallo

ma tutto questo disordine
ora sarà amministrato
sissignori
aveva ragione lui
lui dice:
noi dobbiamo affrontare tali problemi
e a dominarla sarà chiamata una razza di padroni,
questa razza di padroni disporraà di tutti i mezzi
questi mezzi disporranno di tutti gli uomini
di tutto il mondo.

è così?
è così!
non è così?

non è così

 

Poeta-Boger urlò:mettiti al muro Lili Tofler!
Boger aveva ventanni
e nelle ore libere
preparava l’esame di maturità
-e Lili dovette mettersi al muro
nuda
parecchie volte
ma prima fu fatta sfilare
nuda con le mani alzate
su ogni via
tra baracca e baracca
poi fu condannata a trenta giorni di canile

e Lili dovette strisciare dentro
passare attraverso un portello
non più di cinquanta centimetri per cinquanta

per la fame grattava i muri
per la sete leccava il pavimento
per la sete beveva la propria urina

il blockfuhrer Boger
la sera che venne consegnata Lili
mise in piedi tutta la baracca
e fece un lungo discorso sull’umanesimo di Goethe.

entra Donna tiene per mano Fanciulla

Fanc.-il fiore della mia vita
poteva sbocciatre da ogni lato
ma un vento aspro ha impedito
la crescita dei miei petali

Don. -Vi furono lusso e oppressione
vi furono licenza e miseria
vi fu meschina ingiustizia
però noi s’andò avanti a vivere
vivendo e in parte vivendo

Fanc.-camminiamo nella sporcizia
viviamo dentro sudice mura
e tutt’attorno è filo spinato

Don. –aspettiamo aspettiamo
non lasciamoci vincere dalla paura
la terra gira
ed i tempi cambieranno

Fanc. –mai più madre
odio orrore follia
solo questo solo questo
non riesco a pensare
se non un’eternità d’ingiustizia

(si stacca da Donna)

mentre andavamo per strada
hanno incontrato uno che usciva dalla città
e subito l’hanno ammazzato
senza ragione

Ilenia la figlia del vicino geme
seduta davanti alla porta
con il ventre squarciato
dal figlio del vicino

Donna-così com’è
così non resterà
io vivo nella speranza che il Salvatore verrà

Fanc. –ahi madre
mai più potrai conoscere
l’angoscia che attanaglia il mio cuore

ho cercato Dio in ogni fossa
in ogni casa disttrutta
dietro ogni porta
in cielo e in terra
Donna-oh Signore
che tempi sono questi
se la parola speranza è stolta
se il coraggio di vivere vuol dire insensibilità

Fanc.-dopo quello che ho visto
mai più e più niente sarà come prima

uomini donne vecchi bambini
senza cibo semza acqua
senza medicamenti senza soccorsi
disseminati lungo la strada
Poeta-in questa apocalisse
per le strade sconvolte di Hiroshima
nei primi giorni dopo la catastrofe
sorse un fantasma:
un cavallo viene visto galoppare
per giorni e notti
e l’aria risuonare dei suoi zoccoli martellanti
e dei suoi nitriti.
senza pelle
senza criniera
senza occhi
si avventava contro i pochi muri ancora in piedi
vagava per la città
cieco
con passo da funerale
in cerca di una stalla
che non avrebbe mai più ritrovato.

da, IL MURO IL PANE I BAMBINI
per non dimenticare
di
Nicola Lo Bianco
(ottobre ’95)


Filed under: teatro

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