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Per ora a Cannole non è riaffiorato alcun «tesoro» dei Templari di Maglie

Creato il 19 novembre 2012 da Cultura Salentina
architrave

Cannole, Museo dell’Arte olearia, particolare di architrave (1205)

È notizia di qualche settimana addietro quella inerente alla scoperta, avvenuta a fine luglio di quest’anno nelle campagne di Cannole, di un interessante architrave recante un’epigrafe datata 1205. Più precisamente il luogo del rinvenimento è conosciuto col toponimo di Tursano, localitàpocodistante dal Santuario di Montevergine in agro di Palmariggi, il quale nel Duecento fu un tenimento templare. Il reperto, recuperato da Cristiano Villani, archeologo e appassionato di storia medievale nato a Maglie ma residente in Cannole, consiste in un unico blocco squadrato in pietra leccese sul quale si legge l’iscrizione dedicatoria «ECCE DOMUS MONTIS VERGINIS / LIPRANDO EQUES DE MALLIE / NON SIBI SED ALIIS FECIT / MCCV» ossia “Questa casa di Monte Vergine il cavaliere Liprando de Maglie costruì non per sé ma per gli altri, 1205”.

Le notizie riguardanti la storia di Maglie tra i secoli XII-XIII sono molto scarse, anche a causa dei pochissimi documenti del tempo sopravvissuti alla scelleratezza degli uomini, e perciò quest’epigrafe, seppur composta da pochissime righe, concorre a documentare sia l’esistenza di un luogo che era noto già dai primi del Duecento e, probabilmente, abitato in quegli stessi anni dal cavaliere magliese, e sia a confermare che la nascita del toponimo Maglie pervenne dalla forma linguistica Mallie/Malle. Per quanto concerne il cavalier Liprando, invece, l’epigrafe restituisce alla memoria solo il suo nome e ciò non è sufficiente per delineare un profilo storico e biografico del personaggio. Alcuni, tuttavia, sulla scia degli ottimi studi condotti dal templarista Salvatore Fiori, autore de I Templari in Terra d’Otranto (Lecce 2010), hanno congetturato che Liprando fosse un pio e generoso cavaliere templare che eresse a Monte Vergine un ricovero per pellegrini e monaci-guerrieri poiché è la stessa epigrafe a rivelare l’esistenza ab antiquo di una costruzione funzionale “per gli altri” e “non per sé”. Il cavaliere, inoltre, non doveva essere un nobile poiché l’epigrafe non evidenzia il suo cognome, carattere propriamente distintivo dell’aristocrazia, ma solo l’indicazione del luogo di provenienza ossia “de Mallie”. Malgrado ciò, il Liprando doveva possedere disponibilità finanziarie sufficienti per costruire un edificio che, per di più, realizzò su terre non sue giacché è ovvio pensare che essendo lui di Maglie qui proprio dovesse avere le sue proprietà.

Tale ricostruzione biografica, seppur verosimile, richiede ulteriori verifiche poiché in essa sono rilevabili delle imprecisioni storiche da non minimizzare ai fini della ricerca che si sta ancora svolgendo. Pur essendo indubbia l’esistenza di una relazione tra Tursano e Maglie perché anche qui, precisamente in località San Sidero, era presente un tenimento templare, ciò non è sufficiente per asserire che quel cavaliere magliese fosse a sua volta un templare o, per lo meno, lo fosse sol perché costruì proprio su un luogo appartenente all’Ordine. Difatti, proprio in quest’ultimo caso, la storia riferisce che furono tantissimi e di ogni estrazione sociale quelli che spontaneamente donarono alcuni propri beni a quei cavalieri e ciò perché tale gesto equivaleva a contribuire materialmente alla liberazione della Terra Santa senza partecipare attivamente alle guerre contro gli Infedeli. Inoltre, il reperto non può ancora confermare che Liprando costruì un ospedale proprio sulla terra di Tursano e difatti l’architrave, il giorno in cui è stata ritrovata, era incastrata in un muretto a secco che delimita due proprietà e ciò, ossia non essendo collocato nella sua posizione originaria, porta a presupporre – ma bisogna ammettere che è un dubbio limite – un riutilizzo di materiale edilizio che poteva non necessariamente provenire da Tursano e cioè sarebbe potuto qui giungere da qualche altra zona vicina. Pensare che il cavaliere magliese edificò su “terre non sue” in quanto non ricadenti nella terra di Maglie dove egli viveva – sempre se qui dimorò – è un’ipotesi irragionevole poiché questo significherebbe affermare che in quei secoli fosse impensabile possedere delle proprietà al di fuori del proprio luogo di dimora abituale.

Non si può escludere a priori che il cavaliere Liprando – e non un imprecisato soldato perché l’epigrafe lo definisce “eques” e nonmiles” – non godesse di nobiltà e non avesse un cognome. Difatti, specialmente dall’epoca normanna in poi, il cognome indicava spesso il luogo di provenienza dell’individuo e, in seguito, dell’intera famiglia. A tal proposito basterebbe ricordare la dinastia degli Altavilla così denominati perché provenienti dalla città francese di Hautevillenella Bassa Normandia oppure, per restare nell’ambito del Salento duecentesco,  i discendenti di Niccolò de Noha che furono signori di Noha oppure a quel Gervasio de Maitino capostipite dei signori di Matino il cui figlio Gligisio sposò, sempre nel Duecento, tal Riccarda de Giurdignano e dalla quale ricevette il feudo di Maglie.

Allo stato attuale della ricerca, dunque, le uniche certezze che l’epigrafe può dare sono solo quelle che attestano l’esistenza di un cavaliere chiamato Liprando de Mallie, quasi certamente proveniente da Maglie, il quale, con buona probabilità, costruì l’Ospedale di Tursano nell’anno 1205. Bisogna pertanto muovere ancora molti altri passi prima di giungere a una conclusione definitiva della ricerca in corso e intanto, per chi fosse interessato, l’architrave ritrovato è esposto presso il “Museo dell’Arte Olearia di Cannole” la cui direzione e affidata proprio al bravo Cristiano Villani.


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