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Per quanto un albero possa diventare alto, le sue foglie, cadendo, ritorneranno sempre alle radici.

Creato il 06 novembre 2012 da Angela

No non è farina del mio sacco: è un proverbio cinese. Uno di quelli che si trovano su internet se si scrive “aforismi sul ritorno” nella stringa di ricerca di Google.

Eccomi qua, otto mesi dopo, a scrivere di nuovo dalla mia cameretta. Esperienza in Germania finita? Ma no, un breve ritorno a casa. Com’è strano sì, rivedere il mio paese dopo tutto questo tempo, rincontrare le solite persone al solito mercato del sabato mattina. Essere fermata da chi vedendomi domanda: “Ma sei tornata?” e pensare a come direbbe la tua amica Chiara “Mi sembra evidente, sono qui” ma in realtà sorridere e rispondere “Sì, per qualche giorno”.

Sono riuscita anche a sbrigare qualche commissione per me, in realtà il motivo del mio ritorno organizzato in fretta e furia era più che altro famigliare. Ma non voglio scrivere di questo, non è nè il luogo nè l’ora. Sarete stanchi dopo una giornata di lavoro, io invece oggi ho fatto ben poco.

È così strano essere qui, a casa, mentre tutti lavorano o sono presi tra i loro impegni. Questa dimensione sembra non appartenermi più molto, è brutto da dire?! Forse sì, lo so.

Allora controllo le mail dal computer del lavoro, mi connetto in chat, scrivo con i colleghi che anche loro sono presi con le loro attività. Quando torno a Karlsruhe mi aspettano due viaggi: dal 14 al 17 a Berlino e il 19 e il 20 a Montabaur. Un training da tenere e uno a cui partecipare.

Però questa pausa ci voleva, è bello essere a casa, sbaciucchiare la mamma, coccolare il papà e rivedere la sorella, oppure chiamare un’amica per chiederle “Ti va se ti accompagno a fare le tue commissioni?”. Insomma essere di nuovo presente anche fisicamente nelle vite di coloro che per me sono importanti. È diverso ma non vuol dire sia peggio. Sono cambiate tante cose in questi mesi, sono cambiata io.

Vorrei ringraziare chi in questi mesi non ha mai smesso di farsi sentire, chi a modo suo c’è stato e c’è nella mia vita. Chi è appena arrivato e chi forse se ne andrà. Un po’ malinconico come pensiero lo so, ma mi sento di farlo: è giusto così.

Devo tornare più spesso a casa: ora che ho rivisto quel gigante di mio nipote non posso piú farne a meno. Mi è mancato, è strano come un esserino così piccolo di neanche due anni possa riempire il cuore delle persone che hanno la fortuna di accompagnarlo nella crescita. Non mi ha riconosciuta subito ma nei due giorni che siamo stati insieme abbiamo instaurato un rapporto. Bello quando mi tendeva il suo braccio per darmi la manina, tenero quando voleva che mettessi la sua canzone preferita (Vieni a ballare in Puglia), l’avremo sentita venti volte, lui però non ne era stanco, dolce quando per dire “Angy” diceva “Andy”.

Un grazie infine anche a voi che ormai da un anno e mezzo mi leggete, cliccate e commentate.



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