segnalato da Maria Pia Fontana:
Per riflettere sul sovraccarico emotivo e cognitivo di chi esercita un lavoro di aiuto
Il testo, che raccoglie in forma armonica e integrata diversi contributi e presenta interessanti casi clinici, evidenzia l’impatto che la sofferenza del paziente esercita sull’analista dandoci la possibilità di conoscere il terapeuta sotto un profilo diverso, meno asettico ed imperturbabile e più vicino all’umanità di chi ricorre al suo aiuto. L’analista, infatti, come ogni persona, fronteggia le sfide e le criticità della vita, e si fa carico di un lavoro di cura che lo espone continuamente al bombardamento emozionale di tante storie segnate da traumi, abbandoni, violenze ed esperienze al limite (…) Se il testo si sofferma sul rapporto terapeutico di stampo psicoanalitico viene da chiedersi quali analogie e quali differenze possono riscontrarsi rispetto al sovraccarico emotivo di quegli operatori dell’aiuto che si muovono in uno scenario multidimensionale pure al di là dei confini dei setting professionali attraversando gli stessi mondi di vita degli utenti. Si pensi alle diverse forme in cui si declina l’accompagnamento educativo o il sostegno sociale. In questi casi, al dolore suscitato dalla pesantezza della biografia e dei vissuti degli utenti, si unisce talvolta l’impatto con il degrado ambientale dei loro contesti di vita, cosa che non di rado comporta una riguardevole impennata sui livelli di rischio per l’incolumità personale dello stesso operatore. Ma il libro che esplora le molteplici e variegate sofferenze di chi esercita l’aiuto nelle frontiere del lavoro sociale ed educativo deve ancora essere scritto.