
“Quando Lotà diventa sindaco improvvisamente muore ogni opposizione” è il titolo di un servizio che ieri è andato in onda sulla nota emittente televisiva saccense (RMK).
Secondo il giornalista, “a Menfi chiudono perfino i blog e i giornali on-line che un tempo spuntavano come funghi. Insomma: il dibattito si assopisce”.
Di seguito, vi proponiamo il punto di vista di Massimo D’Antoni in merito all’attuale situazione politica locale.
Tutte le volte che diventa sindaco di Menfi Enzo Lotà consegue un obiettivo straordinario: riesce, con un’abilità assolutamente fuori dal comune, a rasserenare in un battibaleno il clima politico. Accade così che l’opposizione consiliare in quattro e quattr’otto svanisca nel nulla, e che quella extraconsiliare abdichi immediatamente.
Succede anche che i movimenti civici, normalmente “viventi”, tutto d’un tratto smettano di respirare, e che perfino il Movimento Cinquestelle perda lo status di soggetto politico agguerrito e pronto a dare battaglia. E dire che alla Torre Federiciana c’è persino un consigliere comunale grillino, assurto ormai a papabile protagonista di una puntata di “Chi l’ha visto”.
A Menfi chiudono perfino i blog e i giornali on-line che un tempo spuntavano come funghi. Insomma: il dibattito si assopisce.
Il merito è evidentemente di Enzo Lotà in persona. È lui il sindaco della serenità, quello che evidentemente conosce il modo per spuntare le armi di chiunque avesse la più lontana idea di contestarne l’azione politica. E Lotà è dunque il sindaco che lavora nell’ombra, che non riceve interrogazioni né richieste di approfondimenti. A completare il quadro il fatto che sono centellinati perfino gli stessi comunicati stampa istituzionali sull’attività della giunta. Qualcosa è venuto fuori solo in merito all’attività dell’Unione dei Comuni, ma lì il coinvolgimento del Comune di Menfi è limitato al 25%.
Insomma: Enzo Lotà conosce la stanza dei bottoni, agisce nell’ombra, non ha bisogno delle telecamere, non convoca conferenze stampa, non ritiene di dover comunicare. Una storia che si ripete, perché anche negli anni Novanta da sindaco Enzo Lotà non aveva oppositori, e tutti erano d’accordo con lui. Da qui la sua abilità a mostrare il lavoro svolto e l’attività prodotta dall’amministrazione. Nessuno si lamentava. Evidentemente non ne avevano bisogno. Stessa sorte non è certo toccata ai suoi successori: da Nino Buscemi a Michele Botta, alle prese tutti i giorni con attacchi da destra e da sinistra (nel vero senso del termine).
In definitiva: a Menfi la politica lavora senza litigare. O se litiga non lo fa sotto i riflettori. Succede sempre quando Lotà diventa sindaco. Complimenti.






