Al Teatro Libero di Milano sino al primo giugno va in scena un testo ottimamente scritto di Massimo Sgorbani, che rende con maestria e molta pietas la condizione dell’uomo medio. Si tratta di Per soli uomini, regia di Giovanni Battaglia con Giovanni Battaglia ed Alessandro Castellucci. Corrado d’Elia ha il grande merito di aver scoperto il testo ed appoggiato fortemente la realizzazione dello spettacolo.
Lo spettacolo è promosso come la storia di due uomini che si raccontano balle sulle loro esperienze sessuali. Ma la definizione è altamente limitante. La storia descrive come i maschi sanno essere amici. Il loro trascorrere assieme il tempo ma non dirsi mai la verità (quantomeno sulle loro emozioni), e di come (almeno agli occhi di una donna che assista tra il pubblico) la loro solitudine sia desolante.
In realtà i due personaggi, Luca e Guido, non sono soli, o, almeno, non del tutto. Guido (Castellucci), che nei momenti in cui è in scena con Luca sembra timido e sottomesso, un povero sfigato senza vita, in realtà è un sociopata con un accentuato feticismo per gli oggetti, e la sua solitudine gli è necessaria per essere sereno.
In scena, racconta a Luca una vita che non è la verità, ma che, a ben guardare, non presenta alcuna menzogna. Luca (Battaglia) è il maschio fragile che fa il gradasso. Quello che non è in grado di ammettere il suo lato tenero, ma anche lui non mente a Guido. Crede davvero che la sua assistente voglia fare sesso con lui, piange di fronte a Guido, gli chiede aiuto (ma forse gli sta mentendo sulle dinamiche che lo hanno portato a cercarlo).
Il pubblico, durante Per soli uomini, rumoreggia. Rumoreggia tutto il tempo, tanto che a volte gli attori chiedono di abbassare la voce. Io mi sento di sconsigliare lo spettacolo a persone al di sopra del 45 anni.
Perché forse, davvero, la patina che ammanta la solitudine straziante che viene portata in scena, che è così evidente sia quando i due sono in scena assieme, guardandosi raramente l’un l’altro in volto, sia quando monologano con donne che non vediamo (che li fanno soffrire o li rassicurano nel loro essere assenti), disturba un certo pubblico.
Lo spettacolo è per un pubblico adulto. Si parla di dentifrici avvitati nell’ano, di masturbarsi con pennarelli, di genitali legati col laccio emostatico, di sesso con trans. Ma in realtà il torpiloquio non è eccessivo. Per quanto risulta evidentemente disturbante per alcuni.
Gli attori. Gli attori sono magistrali. Castellucci recita dimesso se in scena con Battaglia, ma è aggressivo, determinato e crudele quando è solo. Il suo corpo è per lo più immobile, il suo tic è tirar su gli occhiali. Battaglia è energia compressa. Urla, si lamenta, salta, rimprovera una figlia invisibile, implora una moglie invisibile, si arrabbia con una dipendente invisibile. È magnetico, trascina, ma poi, alla fine, sbatte sul palco tutte le fragilità del suo personaggio.
Due prove d’attore eccezionali. Anche perché il testo è recitato tutto in mutande. Per dare forza simbolica a ciò che è messo in scena i due recitano o con un asciugamano in vita o in slip, in boxer, in slip e giacca, in boxer e calze, come se fossero vestiti. Esibiscono i loro corpi, boxer dalle scritte goliardiche, mocassini da cui spuntano calze di filo di scozia. Sono ridicoli. Ma questo non li fa essere meno convincenti.
Written by Silvia Tozzi
Dal 14 maggio all’1 giugno 2014
PER SOLI UOMINI di Massimo Sgorbani
Teatro Libero
Via Savona 10, Milano
BIGLIETTERIA
Intero: € 21,00
Under 26: € 17,00
Over 60: € 13,00
Allievi Scuola Teatri Possibili in corso con carta TP CARD: € 10,00
ORARIO SPETTACOLI
da lunedì a sabato ore 21.00
domenica ore 16.00