Per il suo 60 compleanno, ho regalato a mia madre un weekend insieme, una rarità, una di quelle cose che si vorrebbe fare più spesso e che, come al solito è più facile a dirsi che a farsi.
I 1000 km che ci separano, gli impegni lavorativi e i costi diventati ormai esorbitanti (i siciliani praticamente non possono più tornare a casa), ci costringono a vederci solo per le feste comandate, (ne ho parlato anche in questo post per mia madre). Abbiamo trascorso due bellissimi giorni insieme perché, complici anche gli zii e la bisnonna, siamo andati a pranzo fuori e cercato di recuperare il tempo perduto.
A differenza delle altre volte, in cui le emozioni "si spalmano" in più giorni, ho vissuto il nostro weekend a disposizione molto intensamente e senza un briciolo di stanchezza. Mi sono soffermata su alcuni dettagli e, per esempio, mentre aspettavamo mia madre a casa per la sorpresa, ho provato una strana sensazione, guardando le stanze dei miei lasciate di fretta prima di andare al lavoro (avete presente la tazzina del caffè...!?, i vestiti sulla sedia, le pantofole in un angolo...).Ho guardato per un attimo la vita dei miei genitori di nascosto, dettagli normalissimi a cui solitamente non si fa caso. Ma siccome io, in quel momento, non dovevo essere lì, sono entrata in punta di piedi in ogni camera per fissare la loro vita senza di noi. Sono sensazioni nate dalla lontananza, dal non poter vivere la quotidianità insieme. Sicuramente se vivessimo nella stessa città, non farei caso a tutto questo. Inoltre, il fatto che mia madre non sapesse che saremmo arrivate, non le ha dato l'opportunità di "preparare la casa per noi". Per me è stato più bello. Ho assaporato la loro normalità.Come sempre, ho aperto il cassettone delle foto di famiglia e mi sono persa tra i ricordi, trovando anche immagini dimenticate. Ho guardato una foto di mia madre, da giovane, e mi sono chiesta se lei, allora, avrebbe immaginato così la sua e nostra vita, fatta di continue separazioni e viaggi in cerca dei propri figli. La sorpresa che le abbiamo organizzato per il suo compleanno, l'ha resa enormemente felice ma anche triste, perché sapevamo che sarebbe comunque durata poco.Ho quindi assaporato ogni momento della mia permanenza a casa, ho osservato bimbuzza con i miei genitori e il suo sentirsi "a casa" (- "mamma, noi abbiamo tre case: a Vaiano, a Siracusa e la villetta al mare a Noto"). Ho gioito della spontaneità di stare tutti insieme nel lettone, accucciati tra le coperte a parlare fino a tarda seraIo e bimbuzza abbiamo dormito, per tutte e due le notti, con mia madre (mio padre è stato trasferito nella camera accanto:)). Da quanto tempo non mi capitava di dormire nel lettone con lei!? So bene che il rapporto con mia madre, come è giusto che sia, non è stato, non è e non sarà mai perfetto. Sarebbe impossibile il contrario (per es. lei dice che a volte le rispondo male!!!). Ma, mentre ero accucciata tra le coperte dei miei, avvolta dal loro odore, ho pregato perché possano esserci ancora tante occasioni così e perché io e bimbuzza possiamo conquistare, tra le inevitabili incomprensioni e litigate che vivremo nel tempo, la bellezza di non dover parlare per forza per esprimere certe cose.Prima non lo capivo. Da ragazzina soprattutto non riuscivo. Oggi invece percepisco e sento ancora più forte quel filo che mi unisce a mia madre, dilatandosi a dismisura con la distanza, senza mai spezzarsi. Oggi lo so: sono il primo sguardo di mia madre. E voglio esserlo anche io per mia figlia.
Vivy