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Per un voto anti ‘ndrangheta

Creato il 22 maggio 2013 da Patuasia

Frequentare incontri con le esperienze e le idee, espresse in libri, di magistrati come Antonio Ingroia, Nicola Gratteri o Salvatore Vella fa bene allo spirito. Ma anche all’intelligenza: ti insegnano a non essere un cittadino ottuso, un babbeo che si beve ogni evento senza mai interrogarsi sul significato nascosto di quanto accade. In una parola: un buon cittadino si difende dagli abusi della politica ladra e dai criminali solo se possiede una visione critica della realtà. In questa maniera aiuta pure inquirenti e forze dell’ordine, che spesso sono di grande capacità, ma isolati, nella loro opera di contrasto al crimine. Insomma bisogna essere cittadini smaliziati: mica penserete che la ‘ndrangheta al Nord voglia dire sangue per le strade, no? Il crimine organizzato vuol dire soldi, investimenti, affari, appalti. Non è necessario attendere i colpi di pistola per vivere realtà mafiose. La ‘ndrangheta ha bisogno di consenso. Ecco, voi passate ai raggi X i canali del consenso.
Per una serie di ragioni politiche di ottuso localismo etnico, la mentalità valdostana e la sua “kulture” nell’ultimo trentennio sono state modellate da un esaltato micro-nazionalismo, continuamente inteso a magnificare le doti dell’etnia eletta. Voi spegnete le fanfare elettorali da bar Pezzoli e notate le anomalie valdostane intorno a voi. Sono tutte sicuro indice di presenza criminale? Nossignore! Sono funghi -spia, come l’amanita muscaria (quella velenosa e rossa di Biancaneve), che in genere cresce vicino al porcino. Poi magari i porcini non ci sono, ma voi intanto notate i funghi- spia. Così magari evitate di essere voi Biancaneve…
In Aosta e Valle ci sono troppi sportelli bancari. Troppe banche. Come mai? Irresistibile richiamo della Svizzera? Affinità “culturali”? Poi ci sono troppi “compro oro”. A chi appartengono? Troppi incendi ad automezzi, anche se studiosi localisti assicurano si tratti di fuochi celtici, riti druidici… Troppe associazioni culturali che ricordano la “Magna Grecia “ di Francesco Furchì, accusato di aver sparato ad consigliere torinese Alberto Musy. Che cultura producono? Poi c’è grande fervore massonico in Vda. Non capisco il bisogno di segreto, ma la massoneria mica è reato! Però spesso comportamenti e circostanze prive di significato in termini penali, sono estremamente allarmanti  sotto il profilo del costume. Un esempio? Il Monteleone dell’Archeos, estorto dal clan ndranghetista Facchineri, si è correttamente rivolto per difesa non già al clan Raso, ma ai carabinieri.
Se per caso, dopo questi episodi a suo danno, Monteleone avesse improvvisamente sentito il bisogno di iscriversi alla loggia Mont Blanc di St-Vincent , o a qualche sua omologa svizzera, la cosa mi darebbe da pensare. Una ricerca di garanzia aggiuntiva? Più che la legge potè la loggia?  Speriamo di no eh? Mah, boh, chissà…
Voi mandate in consiglio regionale gente, di qualunque schieramento, che si ponga questi interrogativi. Inquietanti. (roberto mancini)


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