Vorrei che qualcuno mi usasse la gentilezza di spiegarmi per quale dannato motivo la scienza è nobilis et pulcherrima quando riesce a mantenere in vita un essere umano, anche se è ormai meno vitale di un cactus del deserto, ed è invece diabolica et ignobilissima quando dà la vita a milioni di bambini in grado di ridere, abbracciare, nuotare e contare le stelle del cielo.
So che c'è di mezzo la faccenda della selezione e della soppressione degli embrioni, ma nell'applicazione del principio del primato della vita, e nell'incertezza insolubile del confine tra materia animata e materia inanimata, non dovrebbe essere preminente il principio della vita evoluta e formata, nella certezza che quella è vita? Se dunque deve essere tutelato a oltranza un ben determinato gruppo di cellule del corpo, perché anche non tutte le altre? Allora, sarà peccato sputare, soffiarsi il naso, piangere e tagliarsi i capelli. Quanto a fare cacca e pipì, quello sarà concesso, naturalmente, purché dietro la recita di tre ave-pater-gloria.
(Scusate la parentesi, cui non ho potuto resistere. Vi do appuntamento a dopodomani per la conclusione del resoconto del viaggio in Germania.)