Per una “etica del denaro”

Creato il 07 maggio 2014 da Libera E Forte @liberaeforte

Il denaro: fonte di sviluppo e benessere o strumento diabolico, causa di rovina e corruzione? L’attualità di questo tema è dimostrata anche dalla scelta del nuovo Pontefice, che ha adottato il nome dell’uomo che ha deciso di donare tutti i suoi averi ai poveri. Ma qual è il messaggio di papa Francesco? Siamo veramente di fronte a una svolta ‘pauperistica’, come alcuni sostengono? Ci aiuta a capirlo il biblista Daniel Marguerat, pastore e professore universitario, che nel suo libro Dio e il denaro analizza il modo in cui la Bibbia interpreta questo argomento.

Il cardinale Gianfranco Ravasi, che ha recensito il volume sul Sole 24 ore (clicca qui per l’articolo), rileva come “nell’ebraico biblico ‘denaro’ è kesef che ha come base la radicale ksf del verbo del ‘desiderio’ bruciante, dell’anelito ardente”. Nelle parole di Cristo, che impongono di scegliere tra il servizio di Dio e quello di Mammona, è sicuramente presente un appello alla “desacralizzazione del denaro”, ovvero alla sua riduzione a oggetto e non a fine ultimo di un desiderio. Tuttavia, questa desacralizzazione – e qui sta il punto fondamentale – non va intesa tanto in termini di negazione quanto di “applicazione positiva della ricchezza”: se utilizzato per il bene comune e non per fini egoistici, il denaro può divenire infatti “strumento di solidarietà”.

Pur testimoniando in sé la povertà, continua Ravasi, Cristo “non ha imposto la povertà sociale – uno statuto per altro deprecabile – ai suoi seguaci, ma ha spinto all’amore per i poveri attraverso una loro liberazione dallo stato di indigenza”. Il che è differente che propugnare un pauperismo fine a se stesso.

Si tratta in sostanza di accogliere e di interpretare l’oggetto denaro come un dono divino che sta a noi amministrare nel giusto modo, e Marguerat a questo proposito individua nel Nuovo Testamento una “etica del denaro” che si realizza con la partecipazione e la solidarietà, l’ospitalità e la condivisione – la stessa direzione in cui si svolge il messaggio di papa Francesco, anticipato dalla Rerum Novarum e dalla Dottrina sociale cristiana.

Come è evidente, questi temi non riguardano solo l’ambito religioso, ma sono fondamentali anche nel dibattito sociale e politico contemporaneo, e il testo di Marguerat può fornire interessanti spunti di riflessione, anche per interpretare correttamente le recenti proposte di stampo ‘pauperistico’ – vedi la così detta ‘decrescita felice’.

Non solo, ma la constatazione che il denaro – che genera inevitabilmente ricchezza e potere – non presenti in sé caratteristiche ‘demoniache’, e che la responsabilità sia di chi lo gestisce, è fondamentale e va tenuta bene presente. In particolare di fronte a chi – e tra politici e amministratori la fila è lunga – tende ad attribuire la colpa delle proprie azioni immorali e illegali al marciume del ‘sistema’. Non è così, perché, per rimanere nell’ambito della letteratura religiosa parafrasando una sentenza dell’Imitazione di Cristo, l’occasione non rende ladri, al contrario: svela la vera natura dell’uomo che viene messo alla prova.

Marco Cecchini


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