- Pa-pa! Il piccolo guarda la porta d’ingresso e s’illumina come se fosse tornato il sole. - Naa… du? - Che bello, è tornato papà. Pa-pa, pa-pa, pa-pa… o paaaa!, se è urgente. Ora che il piccolo ha imparato a maneggiare quella parola, che scandisce con precauzione quasi fosse una formula magica, tutto è di papà o di mamma, ma soprattutto di papà. Adora prendere le sue camicie, le sue scarpe, e me le porta ripetendo - pa-pa, pa-pa! - tutte le macchine che incrociamo sono sue, e ogni tanto scappa pure l’applauso all’ultimo mobiletto che ha montato di domenica, o ai fiori che ha piantato in giardino dopo il lavoro. Un papà speciale? A suo modo, di sicuro. Ma questo mese che l’argomento sono loro, i papà, vorrei tanto spezzare una lancia in loro favore, per tutti. I papà sono certamente cambiati tanto: sono più coinvolti nella cura dei bambini, li conoscono meglio di quanto i loro padri conoscessero loro, spesso aiutano in casa e perdono tanto tempo a giocare con i bambini. Credo che questo, eccetto casi limite in cui i papà finiscono per essere più apprensivi delle mamme, sia un bel passo in avanti per tutti, sia per la famiglia che per la società. Dall’altro canto, ho l’impressione che queste nuove esigenze di paternità finiscano spesso frustrate, ed è un peccato. Quanti ragazzi conosco che vorrebbero un bambino ma non se ne parla, perché ora per le donne viene prima la carriera. O quella paura diffusa tanto da bloccare, di perdere i bambini in caso di divorzio o disaccordo con la mamma… non so, mi fanno un po’ tristezza tutti questi papà freddati nei loro entusiasmi, è come se non dovessimo mai prendercene cura: prima vengono ovviamente i bambini, poi le mamme, il papà basta anche solo nei weekend. Ripensando alla nuova questione femminile, non dovremmo mai scordarci di loro. Purtroppo siamo tutti abituati a pensare che l’uomo se la caverà. Non mi sembra giusto. Sarebbe giusto avere la parità anche per loro: noi finalmente abbiamo tanti diritti che prima non avevamo, ora proviamo a ricordarci a tanti diritti “per affetto” che un uomo suo malgrado spesso si vede negati… Non sarebbe bello considerare normale anche una coppia dove lei può fare carriera e lui prendersi del tempo per i figli? Oppure dove entrambi i genitori possano prendersi periodi di riposo alternati per occuparsi della famiglia? Da un lato è un problema di adattamento “mentale” dall’altra certo la burocrazia non ci aiuta a trovare nuovi equilibri. In Germania un papà può prendersi fino a un anno libero, ovviamente non pagato, però senza rischiare il posto! E una donna può smettere di lavorare per qualche anno per occuparsi dei figli, e lo stato considera quegli anni utili per la pensione! (L’età per la pensione per le donne è però più alta che in Italia.) Non siamo poi così lontani, perché in Italia tutto questo dev’essere fantascienza? Dobbiamo trovare nuovi equilibri per far spazio alle nuove esigenze femminili, e a quelle maschili. Ma sarebbe certamente utile che i nostri politici cominciassero a pensare un po’ di più a noi a supportare le famiglie in questa ricerca… speriamo - di certo aiuterebbe anche avere politici più giovani, che sappiano di cosa stiamo parlando!
- Pa-pa! Il piccolo guarda la porta d’ingresso e s’illumina come se fosse tornato il sole. - Naa… du? - Che bello, è tornato papà. Pa-pa, pa-pa, pa-pa… o paaaa!, se è urgente. Ora che il piccolo ha imparato a maneggiare quella parola, che scandisce con precauzione quasi fosse una formula magica, tutto è di papà o di mamma, ma soprattutto di papà. Adora prendere le sue camicie, le sue scarpe, e me le porta ripetendo - pa-pa, pa-pa! - tutte le macchine che incrociamo sono sue, e ogni tanto scappa pure l’applauso all’ultimo mobiletto che ha montato di domenica, o ai fiori che ha piantato in giardino dopo il lavoro. Un papà speciale? A suo modo, di sicuro. Ma questo mese che l’argomento sono loro, i papà, vorrei tanto spezzare una lancia in loro favore, per tutti. I papà sono certamente cambiati tanto: sono più coinvolti nella cura dei bambini, li conoscono meglio di quanto i loro padri conoscessero loro, spesso aiutano in casa e perdono tanto tempo a giocare con i bambini. Credo che questo, eccetto casi limite in cui i papà finiscono per essere più apprensivi delle mamme, sia un bel passo in avanti per tutti, sia per la famiglia che per la società. Dall’altro canto, ho l’impressione che queste nuove esigenze di paternità finiscano spesso frustrate, ed è un peccato. Quanti ragazzi conosco che vorrebbero un bambino ma non se ne parla, perché ora per le donne viene prima la carriera. O quella paura diffusa tanto da bloccare, di perdere i bambini in caso di divorzio o disaccordo con la mamma… non so, mi fanno un po’ tristezza tutti questi papà freddati nei loro entusiasmi, è come se non dovessimo mai prendercene cura: prima vengono ovviamente i bambini, poi le mamme, il papà basta anche solo nei weekend. Ripensando alla nuova questione femminile, non dovremmo mai scordarci di loro. Purtroppo siamo tutti abituati a pensare che l’uomo se la caverà. Non mi sembra giusto. Sarebbe giusto avere la parità anche per loro: noi finalmente abbiamo tanti diritti che prima non avevamo, ora proviamo a ricordarci a tanti diritti “per affetto” che un uomo suo malgrado spesso si vede negati… Non sarebbe bello considerare normale anche una coppia dove lei può fare carriera e lui prendersi del tempo per i figli? Oppure dove entrambi i genitori possano prendersi periodi di riposo alternati per occuparsi della famiglia? Da un lato è un problema di adattamento “mentale” dall’altra certo la burocrazia non ci aiuta a trovare nuovi equilibri. In Germania un papà può prendersi fino a un anno libero, ovviamente non pagato, però senza rischiare il posto! E una donna può smettere di lavorare per qualche anno per occuparsi dei figli, e lo stato considera quegli anni utili per la pensione! (L’età per la pensione per le donne è però più alta che in Italia.) Non siamo poi così lontani, perché in Italia tutto questo dev’essere fantascienza? Dobbiamo trovare nuovi equilibri per far spazio alle nuove esigenze femminili, e a quelle maschili. Ma sarebbe certamente utile che i nostri politici cominciassero a pensare un po’ di più a noi a supportare le famiglie in questa ricerca… speriamo - di certo aiuterebbe anche avere politici più giovani, che sappiano di cosa stiamo parlando!
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