Non ci sono le grandi serate mondane in fila,quelle che mi facevano far tardi la sera fino a qualche anno fa.Non c'è la smania di andare al mare ogni giorno,di fare questa o quell'altra cosa.
Ci sono però dei sapori ( e dei piaceri) che sono gli stessi da anni, irrinunciabili.
Le frise d'orzo,poco sponzate,con tanto pomodoro rosso e basilico del giardino.Condite con l'olio nostro ( fatto con le olive della nonna Irma raccolte da lui) e il sale rosa che viene da lontano, dall'Himalaya (così dicono).
Le torte di compleanno,sempre uguali, prese dalla stessa pasticceria da anni.
L'unica (dolce) certezza rimasta.
Ci sono i fichi appena raccolti dall'amica che vive qui vicino,in campagna.
Che ci ha donato,così buoni.
Mi piace aprirli e vedere tutto quel rosso vivo e morderli, mentre quel sapore zuccheroso s'insinua nella bocca e nel Cuore.
C'è questa pace dentro,al di là di tutto quello che scorre intorno,inesorabile.
Ci sarà anche il mare, a settembre,lontani dalla calca e dalla confusione,quando arriveranno gli altri amici "indiani"da salutare.
(Ma adesso tutto mi dice che devo stare )
E' stato bello trascorrere una serata a Lecce con amici che vivono lontano,condividere la loro gioia per una splendida notizia.
E non mi è dispiaciuto,per una tantum,trovarmi con altri amici in una piazza infiammata dalla danza delle spade a Torrepaduli,tra le ronde.
(State andando là?Non sapete che è una danza di mafiosi che si stuzzicavano con i coltelli? disse il padre di un'amica,anni fa, l'espressione schifata sul volto).
Buffo rendersi conto che quelli veramente pizzicati dal ragno ,ipnotizzati dai ritmi incessanti, sono i turisti e qualche emigrante.
Danzavano e danzavano con i loro corpi abbronzati e i sorrisi stampati sui volti come tante piccole lune di Shiva.
(Quella sera ha cantato anche Vinicio Capossela con la Banda della Posta).
La notte dopo la Luna mi ha sorpresa a canticchiare nel soggiorno per una rosa mi hai detto vienimi a cercare...
Canto tanto in questi giorni, e leggo,e ascolto, e scrivo.
Non sono una gran voce ma quando canto mi sento tutta in apertura.
L'altra sera,di ritorno a casa (dopo un pomeriggio immersa nella campagna tra gli ulivi) ho cantato così tanto da sentire il Cuore fresco,come se si fosse piantato nel vasetto di menta verde brillante del giardino fatato.
Ero sola con me stessa.Felice.Un fuoco d'artificio.E i colori si spargevano tutto intorno,nelle campagne che costeggiavo abitate da ulivi nodosi,persino sulle vetture che incrociavo di tanto in tanto,addirittura sull'asfalto rattoppato.
E poi tornata a casa, questi colori si sono attenuati ed addolciti,ugualmente belli e caldi.
Sono andati ad abbracciare i miei amori,Sunny e Vì, che mi sono venuti incontro aprendo la porta .
Il rumore della macchina che stavo parcheggiando li aveva avvisati.
Sta arrivando.
...non esiste...
immagine da qui