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Per uscire dalla crisi... investiamo nel whisky!
Nell'attuale periodo di contingenza economica il mercato del
lusso non ha subito grossi contraccolpi facendo registrare buone
vendite nella categoria beni di lusso, specialmente nei paesi
asiatici.
Gli alcolici e in particolare il vino sono sempre stati
considerati degli status symbol, ma non solo, ci sono appassionati
che sono riusciti a far diventare la loro più grande passione un
vero e proprio lavoro considerando i propri acquisti come dei
veri investimenti.
Il trucco è quello di acquistare bottiglie pregiate che con il
tempo incrementano il proprio valore per poi rivenderle agli
appassionati. Questo tipo di investimenti nel settore alcolici sta
conoscendo un nuovo e inaspettato protagonista: il whisky, bevanda
alcolica ottenuta dalla distillazione di vari cereali
ed invecchiata in botti di legno. Tra i maggiori gruppi
produttori di whisky annoveriamo la Pernod Ricard e il
gruppo Diageo dei quali fanno parte i whisky che siamo
soliti trovare nei comuni negozi di genere alimentari.
Secondo Whisky Highland, società di consulenza
specializzata, al mondo sono presenti 10 bottiglie di whisky,
rarissime e pregiate, che hanno conosciuto una rivalutazione del
381 % dal 2008 al primo trimestre del 2012. Davvero niente male
come investimento.
Questi dati fanno indubbiamente venire l'acquolina in bocca,
tuttavia, improvvisarsi esperti di wkisky non è certamente semplice.
La chiave del successo è quella di saper valutare e scegliere le
bottiglie giuste destinate a salire di valore. Un processo non
semplice e non immediato. Tuttavia, stando alla classifica stilata da
Whisky Highland, anche a fronte di una selezione non accurata, i
ritorni sono comunque interessanti: la top 1.000 delle bottiglie
di whisky ha un rendimento teorico dell' 85,77% tra il
2008 e aprile 2012.
Un mercato giovane ma molto rampante. Alcune società come la
World Whisky Index hanno realizzato degli indici di prezzi che
seguono il mercato del whisky esattamente come un listino di borsa.
Stando alle stime del World Whisky Index i rendimenti
attesi si attesterebbero intorno al 12% l'anno. Micheal
Kappen, imprenditore olandese, afferma: "il whisky è un
investimento stabile, assicurando un ritorno di circa il 12 %
all'anno. Le azioni rischiano sempre di perdere valore, con il
whisky, finora, non è mai accaduto". Charles Curtis,
responsabile delle aste di vini e liquori nel Nord America, ha
dichiarato che attualmente il mercato del whisky si trova esattamente
al punto in cui si trovava il mercato del vino circa 20 anni fa.
Questo significa che si possono fare investimenti facili ottenendo un
buon ritorno.
Chiaramente i ritorni economici non si possono di certo ottenere
con un whisky "commerciale" magari acquistato presso la
GDO. Si deve investire esclusivamente in edizioni limitate. Tra le
distellerie più note: la Macallan, la Glenfiddich,
la Port Ellen la Dalmore (un imprenditore cinese
ha acquistato per la bellezza di 140 mila euro un esemplare di 62
anni fa di quest'ultima casa).
Investire in whisky quindi si può. Tra le accortezze da avere,
oltre quelle della scelta oculata delle bottiglie, si deve
considerare comunque che un investimento di questo tipo è a lungo
termine, dai 10 anni in su. Inoltre, essendo un mercato molto di
nicchia, qualora ci si volesse sbarazzare della propria collezione,
per ottenere liquidità bisognerà aspettare un bel po' di giorni.
Ma quindi come e dove cominciare?
A questo punto è quantomeno opportuno e doveroso fare un piccolo
distinguo: c'è una grande diffirenza tra un vero collezionista
o un investitore che ha scelto di investire il proprio denaro in
whisky. Il primo indubbiamente passionale, il secondo con un
approccio aziendalista. Per fare soldi con il whisky si deve
appartenere obbligatoriamente alla seconda categoria.
Preparare un business plan annuale, tenere traccia di tutti i
propri investimenti, monitorare la variazione del prezzo delle varie
marche di whisky e pianificare la propria strategia, sono azioni
propedeutiche se si spera di avere un ritorno economico. La parola
d'ordine è: occhi aperti ed informazione/formazione continua.
Oltre a quello che abbiamo detto precedentemente, leggendo i
giornali del settore, bisogna fare attenzione agli annunci
di distillerie dismesse o che hanno da poco terminato la
produzione. Anche fiere di whisky, aste, mercatini delle
pulci, possono celare dei buoni affari. Se invece siete disposti a
correre qualche rischio, l'acquisto di un intero barile di
whisky protebbe rivelarsi una mossa vincente; se la qualità del
whisky acquistato è buona, dopo un lasso di tempo di 10 anni il
ritorno economico è sicuro. Sarà anche possibile imbottigliare il
whisky della botte acquistata e venderlo.
Fonte: International business times
Dott. Fabio Troglia
fabio.troglia@gmail.com
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