Ancora una volta, mi è stato passato un link il cui contenuto trovo opinabile, questo.
Il precedente non fa che andare a sommarsi a tutte le altre valanghe d’odio che in questi mesi, di tanto in tanto, si sono riversate sulla tecnologia di internet e, tanto per pescarne una dal mazzo, sugli eBook, colpevoli di ammazzare la cultura, i veri libri che profumano di carta e bla bla bla. Le conosciamo tutti, le solite argomentazioni luddiste.
Ora, senza entrare nel merito di Platone, è vero che si sta assistendo a un instupidimento generale, ma che questo vada imputato al web, la trovo una risoluzione arbitraria.
E poi, mi spaventa il titolo dell’articolo; è un virgolettato, quindi logica vuole che tali parole siano state davvero pronunciate.
L’odio…
Se c’è una cosa che ho imparato, è che “L’odio conduce al Lato Oscuro, giovane padawan”. Ovvero è un sentimento distruttivo, che nulla costruisce, che annichilisce.
Non ci si dovrebbe mai esprimere con parole d’odio.
Io l’ho fatto in precedenza, me ne sono pentito, e sto facendo ammenda. Mi trattengo anche, perché il mio temperamento, adesso, vorrebbe sfogarsi in questo post con una serie di considerazioni sarcastiche.
Ma, come detto, non lo farò.
Perché internet è troppo importante per continuare a inquinarla con polemiche inutili.
Perché, senza aver fatto studi, io dico che il “diventare più stupidi” non è imputabile a internet, ma al fallimento epocale di altre due istituzioni, famiglia e scuola.
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Utilizzo internet quotidianamente da ormai 3 anni. E in questo periodo la mia vita è soltanto migliorata.
Mi sento meno solo. Più incline al dialogo e al confronto.
Ho avuto l’impagabile fortuna di conoscere persone fantastiche, che mi vogliono bene persino.
E, per non lasciare adito a dubbi, intendo che sto vivendo vita sociale vera, in carne e ossa, dato che, parecchie persone conosciute in internet le ho conosciute anche dal vivo, confermandone ogni buona qualità, e scoprendone di nuove.
Certo, internet è uno strumento, la più grande invenzione della storia umana, la cui evoluzione in quanto specie è andata di pari passo con la capacità di comunicare, condividere, diffondere informazioni, e in quanto tale, in quanto strumento, l’efficacia è vincolata all’uso che se ne fa. E così, non c’è bisogno di un uomo di scienza, per capirlo. Non ve lo devo certo spiegare io.
Quello che la fantascienza ipotizzava decenni prima (alla faccia del “genere che non sposta le persone”; altro articolo, altra polemica, ndr) si sta avverando con internet. E andrà sempre meglio.
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Siamo proiettati verso un futuro in cui saremo collegati fisicamente in rete su scala globale? Tutti insieme, come una mente alveare, ma ciascuno dotato di libero arbitrio? In cui leggeremo libri (non profumati, o forse sì, se vi dotate di opportuni diffusori di fragranze cartacee) direttamente attraverso il display artificiale impiantato nella nostra retina?
Condivideremo le nostre esistenze con intelligenze artificiali delle quali finiremo per innamorarci?
Be’, che ci crediate o no, questa prospettiva mi esalta.
E non perché ci tenga a fare tutte le cose scritte quassù, personalmente, preferisco ancora le donne vere, ma… tutto questo sa di evoluzione. Pura, semplice e ineluttabile, persino inesorabile, per una specie vivente e senziente che non voglia guardare al suo presente e prendere atto del proprio fallimento potenziale.
I tempi dedicati allo studio di sono ridotti, che male c’è in questo? Che male c’è a reperire in rete le scansioni di un rarissimo tomo stampato il lingua tedesca negli anni ’30 di cui la biblioteca custodisce un’unica copia, sempre fuori?
Che male c’è negli eBook?
Che male c’è nell’entrare in contatto con gente di Roma, di Novara, di Padova, della Sardegna. Gente che, senza internet, non avrei mai conosciuto?
La prospettiva, in caso contrario, sarebbe davvero agghiacciante.
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E infine, una riflessione, che poi si ricollega al titolo dell’articolo. Io chiamo gli obiettori alla tecnologia luddisti, perché arriveranno a rompere i server, o gli e-reader per protesta, e continueranno a cardare la lana con le mani, perché i telai non servono a nulla.
È vero, la libertà d’espressione è sacrosanta. È anche sacrosanto preoccuparsi dell’intelligenza degli esseri umani che verranno, ma condannare per partito preso, senza conoscere l’oggetto della critica e le sue potenzialità, guardare solo ai lati negativi, che pure ci sono, dimenticandosi opportunamente di quelli positivi, che pure ci sono, è azione ripetitiva e oziosa. Inutile, io ritengo.
E infine, a noi che in internet ci viviamo, credete davvero che importi qualcosa del vostro odio?
Nulla, non ci importa assolutamente nulla.
Continuate a esercitare l’odio, per quanto ci riguarda. Ma non chiedeteci di prestare ascolto alle vostre parole, e all’arrogante convinzione di essere nel giusto.
Il progresso, l’evoluzione, si arrestano solo con un asteroide. E voi non ne avete di certo la stessa portata.
nb: il titolo di quest’articolo lo devo al mio amico Max
nb2: non so di preciso di quale Einstein sia quella citazione, o se sia davvero di Albert, ma mai frase fu più opportuna, in questa circostanza.