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“Perché aderire alla marina se si puo’ essere un pirata?”

Creato il 06 aprile 2011 da Rplabs
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Dai finestroni del ristorante al secondo piano del Carmel Inn si vedeva scintillare l’acqua blu della piscina, dove sguazzavano allegri un gruppo di ragazzi e un paio di ragazze…completamente nudi. [...] Quei ragazzi nudi che giocavano in acqua erano membri del team Macintosh. [...] Tutto considerato, non c’era da stupirsi per quel bagno senza costume: Steve aveva cercato – in Apple e fuori – persone che avessero il coraggio di essere diverse, di rifiutare convenzioni, di oltrepassare limiti. Per me, quei ragazzi nudi significavano che c’era riuscito”.

Breve estratto dal libro “Steve Jobs. L’uomo che ha inventato il futuro” di Jay Elliot (ex Senoir Vice President Apple).

“Perché aderire alla marina se si puo’ essere un pirata?”

E’ da ammettere, anche perché è ritenuto un vanto dai fan e una “colpa” dai detrattori,che il fascino del mondo Apple ti cattura!

Quel fascino che non si ferma impersonalmente ai prodotti con su stampata quella mela morsicata ma che coinvolge tutto, proprio tutto quello che c’è attorno ad una delle più famose aziende di informatica al mondo. Apple è un modo di intendere le cose, e non solo banalmente un’azienda. Se così non fosse non si capirebbero le orde chilometriche di acquirenti davanti gli Apple Store ogni Day-One dell’uscita di un nuovo prodotto. Non si spiegherebbe perchè l’immissione sul mercato del nuovo iMac, MacBook, iPhone, iPod o iPad non venga anticipato da un semplice quanto scontato comunicato stampa, ma da un EVENTO.

Ora, se vi state ponendo la domanda: “cos’è l’evento?” beh, allora non siete stati “morsicati” (mi dispiace), perchè tutti gli applemaniaci sanno cos’è!!! Sanno che negli anni l’evento stesso è diventato un brand, un format. L’iCEO che sale sul palco, con le sue immancabili (…quasi immancabili, vista l’ultima volta) New Balance, i Levi’s e quel lupetto nero così comune da essere diventato originale; ringraziamenti di rito, qualche dato snocciolato sulle vendite dei precedenti prodotti e poi giù con quella sfilza di “amazing”, “awesome”, “incredible” che fanno dello slang di Steve uno tra i più barocchi e al contempo entusiasmanti modi di presentare la “nuova creazione”.

“Perché aderire alla marina se si puo’ essere un pirata?”

Mi fermo qui, mi fermo qui (per la gioia di quelli che ho prima definito “detrattori”…) anche perché questo non vuole essere uno dei mille articoli fanatici sull’argomento, ma solo un “info-articolo”. Info nel senso che è rivolto a chi è stato solo “mangiucchiato” non proprio del tutto “morsicato”, a chi vuole saperne di più, anche solamente della storia dell’azienda (magari per prendere qualche spunto con il quale aiutare la propria), oppure per chi vuole sentirsi raccontare quello che a tutti gli effetti è un classico esempio di “american dream” (solo negli States puoi iniziare a progettare qualcosa nel garage della tua casa per finire, a soli 25 anni, a valere circa 250 milioni di dollari”. (AMAZING!)

Il 1° aprile 1976 Steve Jobs, Steve Wozniak e Ronald Wayne (poco lungimirante, quest’ultimo, visto che solo 2 settimane dopo vendette il suo 10% di quota) istituirono una piccola azienda volta alla vendita di computer costruiti a mano da Woz. Tale società, allora Apple Computer, oggi 35 anni dopo  Apple Inc., è l’azienda tecnologica di maggior valore al mondo. La sua capitalizzazione di mercato è oggi superiore ai 317 miliardi di dollari, un trionfo, se si considera il recente sorpasso (per oltre 100 miliardi di dollari!) della storica rivale Microsoft. Io il mio “once upon a time” ce l’ho messo, qualora vi fosse venuta voglia di scoprirne di più (eccoci arrivati al punto) vorrei proporvi la lettura di qualche bel libro sull’argomento, nonché consigliarvi la visione di un paio di video su YouTube (si lo so, chi ne sa quanto me e molto più di me li avrà visti e rivisti ma non sai mai, qualcuno ancora non li ha scovati e allora…Think different!!!

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  • “Nella testa di Steve Jobs” di Kahney Leander; edito da Sperling & Kupfer. Tra i libri tradotti in italiano forse uno dei migliori per chi vuole sapere virtù e vizi di El Jobso.

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  • “Il culto del Mac” di Kahney Leander; edito da Mondadori informatica. Abbiamo già fatto cenno “alle orde chilometriche” di fan, questo libro raccoglie gran parte delle esperienze (per alcuni pazzie; vedi foto di copertina) dei “seguaci”.

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  • “iCON Steve Jobs” di J.Young e W.Simon; edito da John Wiley & Sons. Tra tutte, la più completa delle biografie, purtroppo non tradotta nella nostra lingua, ma un vero cult. Così ostacolata da Apple che ha “esiliato” il testo da tutti gli AppleStore contribuendo notevolmente a rendere la biografia ancora più ricercata.

“Perché aderire alla marina se si puo’ essere un pirata?”

  • “Steve Jobs. L’uomo che ha inventato il futuro” di Jay Elliot e William L. Simon; edito da HOEPLI Editore. E’ l’ultimo in ordine cronologico, scritto da un grande conoscitore di Steve Jobs come J.Elliot, vice presidente della Apple dal 1980 al 1986, di cui abbiamo riportato un estratto all’inizio dell’articolo.

(doppiato da Dario Fo)

“Stay hungry. Stay foolish” Steve Jobs, Università di Stanford, 12 giugno 2005.


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