PERCHE’ BOCCIARE IN PRIMA ELEMENTARE?
E’ accaduto a Pontremoli, in Toscana. Cinque bambini di sei anni, al loro primo anno di scuola, sono stati bocciati. Sono tre bambini stranieri e due italiani, di cui uno disabile.
Cosa significa per un bambino essere bocciato a 6 anni? E cosa significa per un disabile essere bocciato?
I genitori hanno protestato per questa decisione durissima da parte dei docenti, hanno interessato anche il ministero, ma non c’è stato niente da fare. Quei bimbi di 6 anni restano bocciati.
Sarà contenta l’ex ministra Gelmini a constatare come i suoi richiami all’austerità vengano rispettati. Si comincia da subito a bocciare ed è questo il clima di oggi, un clima fomentato dai continui richiami al merito, all’individualismo, alla competitività, al classismo.
Più c’è severità sembrano dire questi atteggiamenti da parte dei docenti, più c’è qualità. Ma è davvero così? No, non c’è niente di più triste che degli adulti possano fare ad un bambino di sei anni che bocciarlo. Soprattutto all’inizio di un processo di apprendimento. E’ come dichiarare il proprio fallimento di adulti e di istituzione scolastica.
Al centro della valutazione non ci deve essere solo il programma, ma l’alunno, le sue capacità individuali, i suoi tempi e modi di apprendimento. Bocciare a sei anni significa mortificare gli sforzi fatti dagli alunni e pregiudicare il loro atteggiamento nei confronti delle proprie capacità di apprendere.
E’ il risultato di errate e miopi politiche scolastiche che stanno cambiando persino il Dna della nostra scuola, dove ai docenti si chiede di misurare più che insegnare, eppure c’è chi scambia i diritti e la giustizia con il lassismo e chi ritiene addirittura che bocciare un seienne sia un atto di coraggio.