Perché ci diciamo Ignoranti.

Creato il 19 maggio 2014 da Il Viaggiatore Ignorante
A volte capita di imbatterci in libri che, nonostante il tempo trascorso, risultano essere sempre attuali!Elogio dell'ignoranza, nei poveri nei ricchi. L'ignoranza di Platone. L'ignoranza di chi compone i libri. Cedo alla tentazione di scrivere un'altra operetta.Cara e dolce ignoranza! A forza  di  possederti, o di essere posseduto da te (che non so  bene  come  sia  la  cosa) credo  di  aver  trovato  la  tua  definizione. Tu  sei  la  verginità della  mente: e  percio' tanto  piu'  degna  d'essere  da me  preferita  a  quell'altra  conosciuta  dal  volgo, quanto  lo  spirito  immortale  sovrasta  alla  materia caduca. Piu': hai  quasi  sempre l'immenso  vantaggio di  durare  tutta la  vita de' tuoi  cultori: quando  che  l'altra, fatte  le  debite  eccezioni, è  solita  andarsene  coll'aprile  degli  anni, e  qualche  volta  anche  col  marzo. Se  il  mondo  possedesse   quella  rara  facoltà che  si  chiama  buon  senso, e  quell'altra  piu'  rara  ancora  che  è  l'arte  di  stare  al  mondo, dovrebbe   possibilmente  attenersi  alla  piu'  rigida  e  inviolabile ignoranza. Ve lo provo. Io divido  la  società  in  due  grandi  categorie, poveri  e  ricchi; o, in  altri  termini, gente  che  lavora  per  vivere ,e  gente   che  vive  per  far  lavorare. I  primi  bisogna  pur  troppo  che, bene  o  male, imparino un'arte: una  sola; guai  se  ne  imparano  due! La  sterminata  maggioranza  degli  uomini  avvezza  ad  esercitare  un solo  mestier  solo  e male, non  puo'  persuadersi  che  altri  ne  eserciti bene  un  paio: cio'  ripugna  all'amor  proprio, cio'  genera  invidia, cio'  vi  rovina  e  nell'uno  e  nell'altro.Vi  diro'  cosa  sia  avvenuto  d'un  mio  povero  amico  che  vent'anni  fa  per  ischerzo  oso'  stampare  di  essere  medico-poeta. In  qualità  di  medico  ebbe  cosi'  poca  fortuna da  dover   espatriare per  un umile  impiegatuccio, che  occupa  da  quindici  anni  senza  aver  mai  potuto  fare  un  passo  innanzi. E  in qualità  di  poeta si  tiro'  sul  capo  tante  inimicizie  e  tante  brighe  che  i  versi  gli  vennero  in odio  piu'  dei  debiti e  dei  rimorsi. Buon  per lui  che  sono  sempre là  io  a  consolarlo  delle  sue  sventure  col  ripetergli  tre  volte  al  giorno: "Impara, o  imbecille, a  voler  fare due  mestieri; e  cio'  che  è  peggio  ancora, a  dar  pubblici  saggi  di  far  bene  l'uno  e l'altro. Com'è  possibile  avere  amici? Hai  trovato  il  metodo  infallibile  per  farti  mal  volere  e  tradire  perfino  dai  protettori. Ringrazia  dunque  ben  bene  la  providenza, se  come  medico  non  ti  hanno  ancora  lasciato  crepare  di  fame, e  come  poeta  non  ti  hanno  mai  bastonato,  e  in certa  occasione  anche  impiccato".Tratto da: Il viaggio d'un ignoranteossia ricetta per ipocondriaci compostadalDottore Giovanni  Rajberti.Nuovaedizione, Storpiata da unanalfabeta. Volume Unico. NAPOLIPresso  PERRES E  USIGLI  EDITORIStrada  Nuova S.M.Ognibene,  n°351858.                      
Fabio Viganò.

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