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Perchè ci vuole orecchio, e anche naso

Creato il 19 aprile 2011 da Rightrugby
Perchè ci vuole orecchio, e anche nasoE' sempre interessante apprendere cose nuove. Nel caso di questo blog, cose attinenti al rugby. Come il problema delle "cauliflower ears", le famose orecchie a cavolfiore tipiche di molti mischiaroli e di alcuni pugili, per attenuare le quali non c'è caschetto che tenga.
Il chirurgo plastico Riccardo Frati, dell'Harley Medical Group di Londra, spiega al Daily Telegraph - e a noi che non lo avevamo chiaro - che le orecchie a cavolfiore si (de-)formano quando i traumi subiti (colpi o sfregamento) causano dei coaguli di sangue tra pelle e cartilagine dell'orecchio; a volte si potrebbero trattare, aspirandoli subito mediante siringa, ma in genere c'è poco da fare dal punto di vista estetico.
La notizia, oltre ad arricchire il nostro già imponente bagaglio di silly notion rugbistiche, è destinata a confortare molti vecchi tight five players anglosassoni, orgogliosi di sfoggiare le loro cauliflowers al golf club o in consiglio di amministrazione; potranno dire sorridendo alle loro consorti, non c'è più nulla da fare.
Lo stesso sta provando a fare Mike Tindall, "vendere"a qualche parente stretto che non c'è più nulla da fare. Ultimanente il capitano provvisorio della nazionale, ex Lions, campione del mondo 2003 e centro del Gloucester è in serie ambasce per un problema estetico indotto dal rugby e diverso dalle orecchie, che non ha a cavolfiore anche se possiede dei padiglioni enormemente sviluppati, evidenziati dalla rasatura a zero. Ed è per sincera preoccupazione per lui che il Telegraph ha interpellato il chirurgo plastico londinese.
Com'è noto il nostro rugbista convolerà quest'estate con una bella esponente della famiglia reale, Zara Phillips. Se alla futura sposa l'uomo nel complesso va bene com'è, "come visto e piaciuto", pare che il suo naso deforme e schiacciato (vedi foto) provochi qualche ... storcimento di nasino da parte della futura suocera, Princess Royal Anne - una che di rugby e rugbisti se n'intende, avete presente quella in tribuna d'onore a tutte le partite della Scozia al Murrayfield? Proprio lei.
"She's a bit worried about how the wedding photos might turn out,"ha dichiarato tra il serio e il faceto il rugbista inglese, confessando il problema. Pare che l'augusta futura suocera abbia suggerito al nostro una rinoplastica, senza curarsi del fatto che esista su Facebook un fan club del naso di Tindall che annovera oltre 450 membri.
Non è solo una questione estetica: Frati ha chiarito al Telegraph che il danno al naso di Tindall, prodotto di almeno otto fratture - "It's not the worst I've seen", ha detto il chirurgo,"but it's very severe", comporti anche dei seri problemi funzionali: "I would assume that he's got breathing problems and major problems while sleeping,".
Povera Zara, probabilmente il suo Mike la notte russa e sbuffa come una vaporiera; altro che brutte foto della cerimonia, qui abbiamo un matrimonio da salvare prima ancora di celebrarlo!
Purtroppo non si tratterebbe di interventino semplice, di quelli che si fanno regalare alcune diciottenni dei nostri giorni assieme alle tette. Aldilà della complicazione del caso e i tempi per la riabilitazione ben oltre la data del matrimonio - Tindall si presenterebbe alla cerimonia conciato come un picchiatore del Bronx - non avrebbe alcun senso operarlo prima che smetta di rischiare ulteriori fratture, cioè si ritiri dal rugby giocato. Una ricaduta infatti potrebbe essere non recuperabile, chiarisce Frati tagliando la testa al toro con buona pace della suocera.
Lo stesso Tindall non teme certamente di andar sotto i ferri: questo è niente rispetto a altri infortuni subiti in carriera - un polmone perforato, lo spappolamento del fegato; il punto è che il suo naso, alla chirurgia plastica ha già dato.
" L'ultima volta che m'hanno sistemato il naso", ha recentemente ricordato, "mi inserirono due placchette di metallo dentro, per tenerlo dritto. Alla prima partita, Gloucester contro Northampton, un avversario arrivò con un placcaggio alto. Il suo pollice schiacciò il mio naso e crack! le placchette caddero sull'erba. Non mi piacerebbe succedesse di nuovo".
Non è certo questa di Tindall una bella storia da raccontare alle mamme per incoraggiarle a mandare i loro bambini al campo di rugby, anche se poi nel suo caso c'è il lieto fine con tanto di Principessa Azzurra. Alla mamma in questione farebbe bene rimirare il calciatore che rotola tarantolato per esser stato sfiorato dal tacchetto avverso. Un vero rugbista non si ferma davanti al dolore e manco davanti alla suocera, il che dovrebbe motivar molto la mamma.

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