L'arte della divinazione: secondo Graves ("La dea bianca") si può far risalire alle disfide tra bardi seguaci della luna crescente e bardi seguaci della luna calante.I bardi nati sotto la luna crescente si specializzano in narrazioni e musiche allegre (storie di eroi, battaglie vittoriose e via dicendo) mentre quelli di luna calante sono portati a canti e storie tristi (spiriti cattivi, tradimenti, sconfitte e perdite).
I bardi cantano per gli spiriti oltre che per i viventi, e questi spiriti spesso conferiscono loro poteri magici, con potenzialità all’incirca pari a quelle di un mago di medio livello tra gli umani. Può capitare che un bardo diventi anche un ritualista minore, ma più comunemente i bardi si limitano a contribuire ai rituali officiati dagli Sciamani, spesso con l’ausilio degli strumenti musicali già descritti.
Il tempo delle cose che compaiono e quello delle cose che svaniscono,
i due volti della Luna.
I due orientamenti dell'I Ching, il "mundano" e il "premundano".
Gli esagrammi dei Ching, cosi come le lame dei tarocchi, sarebbero degli archetipi "iniziatori", che iniziano cioè chi li consulta al linguaggio dell'anima, che parla per simboli e ci offrono una visione più "sottile" della realtà e dei rapporti tra le cose.
Secondo questa visione del mondo ogni insieme di eventi che ci riguarda è collegata da una musica segreta, da un ritmo che solo i simboli ci aiutano a cogliere, come se essi fossero lo spartito invisibile di quella musica. Chi comprende le esigenze del tempo in cui vive, colui che i Ching chiamano "il nobile", sa danzare e muoversi secondo il ritmo che quella musica suggerisce, danza con l'attimo fuggente, e, cosi facendo, armonizza il proprio io al mondo esterno, segue il sentiero che gli è destinato, "vede" con il cuore.
Questa capacità di sovrapporre le immagini simboliche al mondo scorgendo in trasparenza significati e metafore che "rivelano" è naturalmente un'arma a doppio taglio. Impossibile distinguere la "visione profetica" dal volgare abbaglio e dall'illusione se non si sviluppa la cosiddetta "intelligenza del cuore".
Vedere con il cuore, un dono che spesso si acquisisce attraverso il dolore e la sofferenza che si accompagnano ad ogni autentica trasformazione di sé: scaturiscono dal cuore immagini destinate a divenire la stella polare del nostro cammino, ma è importante saperle distinguere da quelle ingannevoli.
A questo proposito Omero parlava di due porte misteriose da cui scaturiscono i sogni e le visioni, collegate ai due solstizi, estivo ed invernale, e alle due "porte delle anime" di cui parlano molte tradizioni (si pensi, nella Tradizione induista, al "sentiero del Nord" da cui le anime escono per sempre dal ciclo delle rinascite e a quello del Sud, da cui vi rientrano. Oppure, nella Tradizione cristiana, alle due porte davanti alle quali, sulle facciate delle cattedrali gotiche, sono raffigurate la Vergine saggia e quella Folle). Secondo Omero, si diceva, sogni e visioni escono da due porte. Da una, la porta di avorio, escono le illusioni, le visioni mendaci, gli incubi, le rielaborazioni fantasiose di vicende vissute nella realtà. Dall'altra, quella di corno, provengono le anticipazioni profetiche, le illuminazioni che ci guidano nella vita, le grandiose visioni che possono ispirare il destino di interi popoli.
Analogamente, quando si attinge al pozzo dell'anima per interpretare le lame dei Tarocchi si può cadere vittime delle speranze e dei timori, della brama o della repulsione, o della semplice fantasia, e leggervi vuote proiezioni. Oppure è possibile, tramite il simbolismo delle lame, aprire la porta che ci mette in comunicazione con la scintilla di infinito che ci abita, la stessa porta che aprono i grandi poeti per trarne l'ispirazione che illumina i loro versi. Va da se che questa concezione sottende una visione estetica del conoscere, conoscere attraverso la bellezza, attraverso la "luminosità", la ricchezza di significato che una immagine luminosa proietta sul mondo.
I ventidue Tarocchi divengono allora altrettante "operazioni magiche", alchemiche, mentali e psichiche, che agiscono sull'anima: un arcano è ciò che bisogna sapere per operare in modo fecondo in un dato campo della vita spirituale, per passare dalla mera nozione alla sapienza, e dalla sapienza alla capacità di vivere gli eventi della vita nel pieno della coscienza, in tutti i loro riflessi più sottili.
Tratto da: http://www.esonet.it/News-file-article-sid-1025.html
E' con il tentativo di accedere al ritmo segreto della vita e di sviluppare quell'"Intelligenza del Cuore" che mi sono avvicinata ai Tarocchi ed ai loro Simboli e in questo percorso ho cercato e cerco di trovare per me e per gli altri di passare dalla mera nozione a quella sapienza che ci permette di affrontare gli eventi della vita sostenuti dall'amore che ci unisce, con la maggiore coscienza possibile e arricchiti da tutte le loro sfumature.
Fiorella
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