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Perchè dico (e dissi) di no al nucleare

Creato il 25 marzo 2011 da Tuttoapost

Non lo dico perché in Giappone è successo quello che è successo. Già la scorsa primavera ero in piazza a raccogliere le firme necessarie per far indire il referendum per dire No al nucleare una volta per tutte e ancora prima, nel 1987, mi ero espresso contro il nucleare nel referendum di quell’anno.  La ragione che mi aveva fatto decidere di votare SI allora la ritengo tutt’ora valida: la criticità della gestione delle scorie radioattive. Non fu l’incidente di Černobyl’ a farmi prendere la decisione. Quello ci poteva stare come in tutte le attività umane. Lì per lì mi dissi che era un errore che avremmo pagato seduta stante in termini di vittime e di costi sociali. Ero convinto insomma che le ripercussioni di quel disastro sarebbe ricaduto sulla generazione che aveva voluto la centrale e che ne traeva beneficio, salvo scoprire oggi che il picco di mortalità causato da quell’incidente si sta manifestando proprio adesso e che quindi allora mi sbagliavo.

Non fu Černobyl’ dicevo a farmi propendere per il Si ma le preoccupazioni per i tempi lunghissimi di stoccaggio delle scorie, la pericolosità delle stesse per centinaia di anni e gli alti costi a carico delle future generazioni e su questo non mi sbagliavo: sono passati venticinque anni da allora e non siamo ancora riusciti a trovare soluzioni a questi tre problemi.

Pensavo che se gli uomini vissuti, per fare un esempio, nel Medioevo avessero scoperto l’energia nucleare e mi avessero lasciato il ricordino delle scorie, io mi sarei molto risentito nei loro confronti: perchè mai avrei dovuto sobbarcarmi i costi dei loro rifiuti radiaoattivi? Perchè mai avrei dovuto rischiare di prendermi un tumore per il fatto che loro, seicento anni prima, si erano fatti la doccia con l’acqua calda o si erano fatti il bucato.  Avevo diciannove anni. Ma a quarantadue non mi sento di dargli torto a quel ragazzo.



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