Perchè Dico No Al Cellulare Acceso Sull’Aereo

Creato il 05 ottobre 2014 da Sunday @EliSundayAnne

L’ultima barriera del non-connesso è stata abbattuta: l’Easa, l’ente europeo responsabile della sicurezza aerea, ha deciso che cellulari, laptop, tablet ed altri dispositivi elettronici potranno essere tenuti accesi durante il decollo, il volo e l’atterraggio di un aereo. Qualcuno l’ha titolata “Una rivoluzione”. Altri hanno esclamato il loro “Finalmente!”. E io? Io penso all’uso che ne fanno tanti viaggiatori in treno o sull’autobus. E non esulto affatto.

Sono un’amante della modalità aereo: la attivi, e nessuno ti potrà più disturbare. Sali su un aereo, e non dovrai vivere con l’ansia dei messaggini-trilli-squilli-email per tutta la durata del volo. Io, la modalità aereo, la attivo anche quando sono a casa. Quando mi concedo una passeggiata nella natura. Quando faccio la doccia o quando scrivo. Niente scocciature: sono in pausa con il mondo.

Guardate quella signora con i capelli cotonati e il filo di perle, seduta accanto a voi: ha parlato al telefono fino all’ultimo secondo prima del decollo, anche mentre le assistenti di volo erano già sistemate sui sedili con le cinture allacciate. A poco servono le vostre occhiatacce: la nostra spegne il telefono – serafica – solo quando l’aereo  sfreccia sulla pista. Anzi, non lo spegnere: fa finta. Eccola lì, infatti, con le mani dentro la borsa, intenta a mandare un messaggio  di nascosto da voi, che intanto non l’avrete mollata un attimo. Ecco: con la nuova disposizione, vi sarà sottratto anche il piacere di regredire allo stadio infantile, per chiamare la hostess affinchè redarguisca la cotonata impertinente. Davanti a voi, che col sorriso tornerete serafici (voi, stavolta) alla lettura del giornale.

Salire sull’aereo è, per me, come prendersi un’aspettativa da tutti. E poco importa se non durerà un mese o un anno: a volte bastano quelle 6-7 ore di relax per ritrovare idee, energie o prendere una decisione importante. Se poi il volo ne dura 11, di ore, si rischia anche di arrivare a destinazione con una nuova identità. Un volo intercontinentale può cambiarti la vita: puoi partire conservatore e atterrare rivoluzionario. Partire fidanzato e atterrare single. Ma solo se non hai distrazioni.

Anche se giureremo a noi stessi di accenderlo solo un minuto per vedere se l’Antonio ha chiamato, la curiosità (e la dipendenza) avranno la meglio: passeremo la maggior parte del volo col telefonino in mano, ad aprire-chiudere-aprire-chiudere la nostra pagina Facebook, in un circolo ossessivo senza uscita. Se il telefonino e Internet sono il nuovo oppio, l’aereo era un ottimo espediente per rieducarci e riprendere il controllo di noi stessi.

Un viaggio aereo non deve diventare un eccitante: il cellulare è un caffè al ginseng, ma il volo aereo deve continuare ad essere ciò che è: una tisana alla melissa.

Sui modi per passare il tempo su un volo aereo ho già parlato.

L’uso libero del cellulare sull’aereo ci priverà di godere appieno dei piaceri regalati dal volo: 

Iniziare a leggere un buon libro, o finire quello che abbiamo lasciato a metà;

Leggere tutti gli articoli della rivista della compagnia aerea, staccando la pagina della mappa con le rotte dei voli;

Controllare mille volte i piatti misteriosi elencati sul menù, incerti su cosa scegliere per cena;

Ascoltare la selezione di musica offerta dalla compagnia, scoprendo che quell’artista turco non canta affatto male;

Rivedere cinque puntate di Friends;

Appisolarsi sereni con due coperte, la mascherina sugli occhi e il cuscino appoggiato sul finestrino (e arrabbiarsi quando questi cade puntualmente all’indietro, sui piedi di un passeggero dormiente).

E’ possibile fare un utilizzo educato del cellulare in volo? Ovvero: è possibile chiamare la mamma per dirle “Ciao! Sono sull’aereo! Tra sei ore atterriamo (forse)!”, senza sbraitare? No, non credo: se urliamo al telefono quando stiamo sulla corriera e l’amico sta in una città a venti chilometri di distanza, immaginatevi quanto strilleremmo se fossimo su un Boeing 747 a 13.000 metri d’altezza.

Ho una proposta da fare alle compagnie aeree: se proprio volete lasciare la libertà ai passeggeri di telefonare in volo, proponete una terza classe, insieme alla Business e l’Economy Class: la Quiet Class. Come le Quiet Cars (Carrozze Silenziose) su certi treni americani o inglesi, anche l’aereo avrebbe la sua Classe Silenziosa, dove gli amanti della quiete potrebbero godere del viaggio aereo in santa pace, senza essere obbligati ad ascoltare i fatti e misfatti raccontati al telefono dal vicino di sedile.

La signora cotonata è avvertita.

New Jersey train Quiet Commute

E voi, cosa ne pensate?


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