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Perché dico no all’intervento della Nato in Libia(ma si all'autodeterminazione dei popoli)
Creato il 23 marzo 2011 da NineteeneightyfourVoglio precisare che non honessuna simpatia per il dittatore libico. Un’atteggiamento dovuto anche amotivazioni personali oltre che morali. La mia presa di posizione è dovuta aconsiderazioni politiche e storiche. Io rimango della ferma convinzione che perottenere la vera libertà, un popolo deve conquistarsela da solo(al massimo conaiuti ed appoggi esterni). Se a spezzare le catene del tiranno sono esercitistranieri, il popolo non sarà libero ma avrà semplicemente cambiato padrone.
Per comprendere appieno ciò chevoglio dire basti pensare ai diversi destini della Jugoslavia e dell’Italiadopo il 1945. La prima, che ha scacciato i tedeschi con le proprie forze, èriuscita durante la guerra fredda a mantenere una certa autonomia dalla Russiasovietica, l’altra, che invece ha subito la “liberazione”, è stata sottopostaall’influenza americana fino alla caduta del muro(ed ancora oggi se ne sentono glieffetti). Per fare un esempio più vicino al nostro tempo, possiamo prendere inconsiderazione la situazione irachena, un paese “liberato” dalle truppeanglo-americane, che è diventato una terra di conquista economica per inglesi,americani ed italiani.
Anche nel caso libico leconseguenze sarebbero le medesime.
Se realmente si voleva salvare iribelli sarebbero bastati finanziamenti economici e l’invio di armi(come fecerobrillantemente gli americani con gli afgani durante l’invasione russa e isovietici stessi con i vietnamiti contro gli statunitensi). La realtà è chealle potenze occidentali non interessa la sorte dei ribelli, le violazioni deidiritti dell’uomo, il massacro dei civili(se qualcuno pensa che le bombescaricate dagli aerei Nato siano intelligenti e colpiscano solo i “cattivi” èuno sciocco)ma soltanto il petrolio, visto che i rifornimenti libici copronouna buona parte del fabbisogno di Stati Uniti, Italia, Gran Bretagna e Francia.Naturalmente ci sono anche altre motivazioni di tipo strategico(per esempiol’immigrazione di masse di profughi o il controllo di una zona strategicamenteimportante per la posizione centrale nel Mediterraneo e per la vicinanza con ilvecchio continente).
Anche se non approvo la violenza,ci sono delle situazioni di tirannia in cui essa è necessaria per emanciparsi.Ma solo il popolo che vive in un territorio può farlo, non potenze straniere. Lalibertà e l’uguaglianza non si esportano, ma si guadagnano con il sangue e ilsudore della fronte. Chi si definisce un esportatore di democrazia è unignorante o una persona in cattiva fede.
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