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“Perchè Dio non esiste” secondo Odifreddi… o meglio, Sabelli

Creato il 26 gennaio 2013 da Femina_versi @MicaelaTweets

Perché Dio non esiste
Piergiorgio Odifreddi intervistato da Claudio Sabelli Fioretti
Aliberti, 2010

Oggi si può scrivere anche con poco sforzo: si conosce qualche personaggio noto, magari passeggiando sul Cammino di Santiago; gli si telefona poi, per un appuntamento; una chiacchierata di un’ora, magari due davanti ad un registratore; sbobinare il tutto ed ecco che un nuovo contributo alla cultura è stato partorito.

Il libro di Sabelli Fioretti si colloca in questa categoria un po’ da salotto maschile del gossip (maschile): chiacchiere fra uomini su uomini che hanno fatto o stanno facendo politica, religione e/o scienza; qualche parola tabù come comunismo, terrorismo, islam, cattolicesimo, papa e la curiosità è assicurata.

Certo che se a fare il gioco del salotto è Odifreddi l’operazione risulta non solo divertente (dal punto di vista intellettuale) ma anche intrigante.
Come sempre Odifreddi, condivisibile o meno, riesce a porre le questioni su un nuovo punto di vista spiazzando il lettore e costringendolo a quella ginnastica neuronale che comunque non nuoce.

 Troppo facile far polemiche per ottenere attenzione, Odifreddi lo sa: ma lui usa il pensiero anticonvenzionale – pur sapendo di suscitare scandalo – non solo per comunicare il suo personale punto di vista ma sopratutto, credo, per divulgare una diversa struttura di pensiero che possa scalfire le incrostazioni di una forma mentis stereotipata.

Rimane però la sensazione che il prodotto finale sia costruito, a tocchi, da Sabelli sulla base del sensazionalismo.

Titolo totalmente fuorviante (o “accattivante”?)

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Questo è quanto scrissi un po’ di tempo fa dopo la lettura del libro. La sensazione di operazione commerciale e salottiera mi rimase ma oggi posso confermarla avendo trovato in rete le parole stesse di Odifreddi che giunge persino a disconoscere la pubblicazione commentando un post di Israel sul blog di quest’ultimo.

Caro Giorgio, (Israel n.d.r.)

per quanto possa interessare, e interessarti, la trascrizione di Sabelli Fioretti dell’intervista che mi aveva fatto tre anni fa è semplicemente indegna. Abbiamo parlato per sette o otto ore, mentre io ero sul Cammino di Santiago per Radio3, ma lui ha ridotto ogni cosa ad aforismi spesso cretini, e quasi sempre senza nemmeno usare le mie parole.

Quando mi ha mandato la trascrizione dopo due anni (…), mi si sono rizzati i capelli e ho cercato di impedire la pubblicazione. Purtroppo Aliberti, editore filibustiere, se n’è fregato e ha pubblicato il tutto senza che io avessi firmato un contratto, nè percepito una royalty prima o dopo. Sembra che la legge glielo permetta, con le interviste.

Quel libro dunque lo disconosco, e non mi ritengo responsabile delle cose che Sabelli mi fa dire. Come sai, non mi sono mai tirato indietro, nelle nostre polemiche, su ciò che ho detto o scritto. Ma questa volta le cose stanno così, e mi spiace anzitutto per me, e poi per la litania di gente che si è risentita, giustamente, prima di te.

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Siamo tutti cibo per le volpi, purtroppo.

Leggere questo libro è stato un’altro esercizio per sviluppare una personale coscienza critica.

Caparezza -  Goodbye Malinconia



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